Era una delle obiezioni delle imprese alle operazioni di rifinanziamento a lungo termine (Ltro) della BCE degli anni scorsi (immissione di liquidità nel sistema bancario ingessato da crisi del debito e spread alle stelle): gli istituti di credito non impiegano i prestiti per sostenere a loro volta l’economia reale ma vi effettuano investimenti finanziari. Per scongiurare il ripetersi dell’errore, le nuove operazioni annunciate da Mario Draghi contemplano ora prestiti a lungo termine alle banche per mille miliardi a condizione che i soldi vengano utilizzati per concedere credito a famiglie e imprese. Non è un’indicazione di massima ma un preciso paletto che la BCE pone agli istituto di credito, fissando criteri precisi (percentuali minime di prestiti all’economia reale che le banche devono rispettare entro il 30 aprile 2016).; in caso contrario, entro settembre 2016 dovranno restituire il prestito.
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I nuovi prestiti Ltro
La BCE ha messo a punto un calendario di prestiti a lungo termine che prosegue fino al giugno 2016. Le prime due operazioni saranno il 18 settembre e l’11 dicembre 2014. Nel 2015 ci sarà un maxi prestito ogni tre mesi, mentre nel 2016 ci saranno altre due iniezioni di liquidità, in marzo e in giugno.
Vincoli
Si tratta della terza fase, dopo le due operazioni 2011 e 2012: prestiti triennali al sistema bancario, che negli anni scorsi hanno rappresentato una boccata d’ossigeno per le banche. Ora la BCE rilancia ma con una differenza: le nuove operazioni di rifinanziamento bancario a lungo termine sono condizionate alla necessità di impiegare la liquidità per erogare finanziamenti a PMI e famiglie. Audit e verifiche di bilancio periodiche confermeranno il corretto utilizzo dei prestiti BCE, e se qualcosa non torna si restituisce quanto ricevuto. Le banche non possono pertanto prendere i soldi in prestito dalla BCE per fare investimenti di altro tipo, come ad esempio acquistare titoli di stato, mentre invece nei prossimi due anni potranno ricevere nuova liquidità da investire per agevolare un accesso al credito, quello di imprese e famiglie, parecchio penalizzato dalla lunga fase di recessione.
Reazioni delle imprese
Dal mondo delle imprese arrivano i primi commenti positivi. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ritiene che l’operazione della BCE rappresenti «una grande prova di coraggio», un «segnale fortissimo nella direzione giusta» finalmente all’insegna di una «politica europea che vuole spingere sulla crescita».
Quadro UE
Adesso per capire come funzioneranno gli strumenti messi in campo dalla BCE a sostegno dell’economia reale, bisogna attendere le operazioni vere e proprie. Sullo sfondo, intuile negarlo, c’è il più ampio dibattito, tutto politico, sulle strategie che l’UE deve attuare per lasciarsi definitivamente alle spalle la crisi e agganciare stabilmente la crescita. Austerity o flessibilità sui bilanci.
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Un dibattito che nell’ultima settimana ha vissuto momenti importanti, con il programma Renzi per il semestre italiano di presidenza europea presentato dal premier a Strasburgo e orientato alla crescita, con le critiche a distanza del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble e dal presidente della Bundsbank Jens Weidmann, che continuano a sottolineare la necessità del rigore di bilancio.
Per approfondimenti: operazioni Ltro annunciate dalla BCE