Aumentano, assumono, fanno innovazione: è quanto emerge dal rapporto di Global Strategy dedicato alle PMI eccellenti, che nel 2017 sono diventate 522 contro le 448 dell’anno precedente. Resta la maggior concentrazione del Nord Italia, ma le PMI del Sud e Isole (il 12%), registrano performance superiori alla media nazionale. Il report analizza i bilanci di oltre 40mila imprese italiane di manifattura e servizi, focalizzandosi poi sulle 7500 con fatturato fra i 20 e i 250 milioni di euro. La classifica attribuisce un indice in base a 10 parametri economico-finanziari e patrimoniali.
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Le PMI eccellenti 2017 sono il 7% di quelle di riferimento (le 7500 con ricavi fra 20 e 250 mln).
Si conferma la ripresa del Nord Est (177 PMI eccellenti), e fra le regioni Emilia Romagna (69 PMI eccellenti, contro le 44 del 2016), Veneto (da 74 a 89) e la Puglia, che pur avendo solo 12 PMI eccellenti raddoppia rispetto al 2016. In calo, invece, Toscana e Lazio.
Per quanto riguarda i settori l’alimentare strappa il primo posto alla meccanica, mentre sul terzo gradino del podio ci sono i prodotti in metallo. Migliorano le performance nelle costruzioni, settore particolarmente colpito dalla crisi degli anni scorsi, e del chimico farmaceutico.
I dati di bilancio rilevano una crescita a un ritmo di nove volte superiore a quello delle altro imprese, mediamente il reddito operativo è triplicato nel giro di cinque anni. Per dirla in parole semplici, si tratta di PMI cresciute a ritmi consistenti in piena crisi. Il valore della produzione è aumentato dell’11% annuo dal 2011 al 2015, contro un +1,3% di media nazionale, il reddito operativo è cresciuto al 32,6% annuo (media nazionale 7,8%).
Il paradigma del successo individuato dal report: appartenenza a business tradizionali con focus sulla qualità, aumento investimenti (processi, sviluppo industriale, sviluppo commerciale), internazionalizzazione (una su quattro ha oltre il 75% del fatturato all’estero), innovazione (con focus su Industria 4.0).
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Analizzando a fondo questi dati, i principali mercati esteri risultano essere Europa Occidentale (83%), Nord America (30%), Europa Orientale e Russia (22%): per quanto riguarda l’innovazione, 4% investito in ricerca e sviluppo, il 14% delle imprese sta investendo in Industria 4.0 con l’obiettivo di aumentare la produttività (64%), ridurre i costi di produzione (43%), migliorare la qualità del prodotto (36%). I benefici attesi sul modello di business: ottimizzazione (28%), sviluppo nuovi prodotti e servizi (25%), customizzazione (25%), riduzione del time to market (23%).
Come detto, fra le caratteristiche delle PMI eccellenti c’è l’incremento dell’occupazione, aumentata del 30% in cinque anni, con 16mila posti di lavoro in più, e otto imprese su dieci che intendono assumere ancora nei prossimi tre anni.
Industria 4.0 avrà un ulteriore impatto sull’occupazione, ma non in modo negativo: solo nel 17% si ridurrà il numero dei posti di lavoro a livello macroeconomico, e solo nel 2% dei casi questo avverrà nelle imprese eccellenti. Tutti d’accordo sul fatto che cambieranno processi organizzativi interni e quindi competenze e professionalità richieste: più soft skill, problemi solving, pensiero laterale e vision. Le funzioni chiave per eccellere: per il 70% delle PMI eccellenti il lavoro del Commerciale, per il 46% le Operation, per il 25% Ricerca e Sviluppo. Le migliori capacità: per il 52% occorre essere ottimi esecutori, per il 37% è anche fondamentale essere visionari e creativi.
Interessanti i dati sulla governance: resta prevalente, fra le PMI eccellenti, la formula dell’impresa familiare, all’interno della quale si consolida la tendenza a forme di controllo articolate, con il consiglio di amministrazione che si riunisce in media quattro o cinque volte all’anno ed è composto da quattro persone (in genere, azionisti). Nel 25% dei casi nel board siede un consigliere indipendente. C’è maggior vivacità rispetto al passato in materia di operazioni straordinarie (cessione di quote, interesse verso fondi e nuovi investitori).
«In anni in cui la disoccupazione ha fortemente penalizzato la nostra economia e le giovani generazioni – dichiara Antonella Negri-Clementi, fondatrice e ad Global Strategy–, le PMI eccellenti sono state capaci di aumentare considerevolmente l’occupazione, dimostrando che dove ci sono investimenti, innovazione, internazionalizzazione c’è crescita, non solo per l’azienda, ma anche e soprattutto per il territorio, l’indotto e il sistema Paese, in un virtuoso contagio di virtù imprenditoriali e nella creazione di una comune aspirazione a innovare ed esportare».
Con riferimento a Industria 4.0, Stefano Nuzzo, partner e responsabile dell’Osservatorio PMI, rileva che
«gli imprenditori eccellenti sono concordi nel sostenere che si avranno impatti positivi con l’arrivo dell’Industria 4.0», ma i benefici vengono percepiti ancora prevalentemente nell’ambito della produzione, «meno su quello riguardante la revisione dei modelli di business. L’industria 4.0 è però una rivoluzione più ampia della sola automazione dei processi produttivi. La riduzione del time to market, la customizzazione spinta dei prodotti, lo sviluppo di nuovi servizi saranno le grandi opportunità che i nostri imprenditori dovranno cogliere, puntando proprio sulle caratteristiche peculiari delle loro aziende e delle PMI italiane».