Le PMI sono sempre più consapevoli dell’importanza di Industria 4.0, ma ancora il cammino verso la digitalizzazione è all’inizio: si potrebbero riassumere così i risultati del sondaggio dell’Osservatorio Industria 4.0 di API, associazione piccole e medie industrie, che descrive la realtà italiana nel momento in cui, con la Legge di Stabilità 2017, è operativo il piano Industria 4.0.
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Poco più della metà delle imprese interpellate ha un grado di informatizzazione avanzato, e circa un quarto prevede un’evoluzione verso il 4,0 nei prossimi cinque anni. L’associazione ha fatto il punto nel corso di una tavola rotonda che ha visto gli interventi del presidente, Paolo Galassi, e di Giovanni Anselmi, responsabile dell’Osservatorio PMI 4.0, Mario Levratto, head of marketing and external relations di Samsung Electronics Italia e Italo Moriggi, fondatore di Skorpion Engineering srl.
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Partiamo dai risultati dell’indagine: il livello di automazione della propria azienda è considerato avanzato dal 55% delle aziende, ma i problemi non mancano. Il cloud è un concetto spesso astratto, solo una piccola percentuale di imprenditori è in grado di sfruttare pienamente interconnessione e digitalizzazione macchinari. Gli imprenditori che intendono avviare processi verso Industria 4.0 nei prossimi cinque anni sono il 25%.
Due gli ostacoli principali individuati: le risorse economiche, e la formazione sul tema. Il grado di automazione, al momento, è relativamente basso: il 55% delle imprese lo ritiene inadeguato per affrontare la competitività del mercato del terzo millennio, mentre solo il 30% si esprime positivamente. Il 66% delle imprese sono interessate a interventi per riqualificare il personale in chiave 4.0, mentre il 26% esprime parere negativo.
Giovanni Anselmi, responsabile dell’Osservatorio PMI 4.0, sottolinea l’impegno di API nell’offrire alle aziende una panoramica su tendenze e orientamenti strategici del mercato, «mettendo a disposizione parametri di confronto sulle pratiche eccellenti di chi già utilizza le nuove tecnologie» e offrendo la «possibilità di accedere a dei servizi sul digital manufacturing» e insiste sul concetto che «nei prossimi anni, si renderà necessario non solo adeguarsi alle nuove tecnologie, ma anche investire in formazione sul tema Industry 4.0: il concetto di smart factory non è una moda di passaggio, ma rappresenta il futuro del manifatturiero».
Paolo Galassi presenta due esempi concreti di manifattura 4.0, Samsung e Skorpion: «una tecnologia, quella di Samsung, innovativa e aperta, che si evolve e si integra con i sistemi di fabbrica già esistenti, e un business, quello di Skorpion, le cui soluzioni all’avanguardia sono già automatizzate e rappresentano una vera e propria trasformazione di pensiero, che diventa 4.0».
Mario Levratto di Samsung Electronics Italia ha illustrato come, grazie alle tecnologie Samsung appositamente sviluppate per la totale integrazione di macchinari già in uso con dispositivi di nuova generazione, sia possibile massimizzare investimenti e produttività, “progettando una lean manufacturing completamente digitalizzata e interconnessa, in cui il movimento di persone e prodotti viene ottimizzato a favore di un risparmio in termini di risorse e di tempo, che si traduce in una naturale riduzione dei costi di produzione. In questo processo diventa cruciale l’Internet of Things ed è per questo che entro il 2020 ogni dispositivo Samsung, dai display alle lavagne interattive, dagli smartphone ai dispositivi indossabili e di realtà virtuale, sarà IoT ready».
Al modello Samsung si affianca il caso di successo di Skorpion Engineering, associata API di Segrate, che da più di 15 anni opera nell’ambito della prototipazione e delle tecnologie additive, facendo della stampa 3D il suo core business. Il centro produttivo di Skorpion, unico riferimento in Italia per il Rapid Developing Concept Cars, è attrezzato con macchinari all’avanguardia per la produzione additiva e sottrattiva, che consentono la creazione, la finitura e l’assemblaggio di particolari di dimensioni importanti, fino alla creazione di progetti molto complessi come la realizzazione di auto intere.
«Industry 4.0 significa mettere in discussione le nostre conoscenze e reinventare il modo di produrre», dichiara Italo Moriggi, fondatore dell’azienda. Il centro di produzione 4.0 è «totalmente automatizzato e digitalizzato per raggiungere i più elevati standard in termini di design, funzionalità ed efficienza produttiva. L’IoT insegna a pensare oltre, ad arrivare dove prima non si pensava fosse possibile». La filosofia alla base del sistema di produzione 4.0: «se si può immaginare, si può produrre».