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Cerved 2016: PMI più forti e innovative

di Noemi Ricci

17 Novembre 2016 10:00

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Rapporto Cerved 2016: biennio positivo per le PMI italiane, più solvibili e produttive, con un migliorato accesso al credito e in crescita per MOL e redditività.

Secondo il Rapporto Cerved 2016 tornano a crescere le PMI italiane, non solo di numero ma anche di redditività. Buoni i risultati anche sul fronte innovazione, sia tra piccole e medie imprese sia tra Startup. Secondo il report, gli ultimi due anni sono stati particolarmente positivi per lo stato di salute economico-finanziaria delle società italiane che rientrano nella definizione europea di PMI, sia dal punto di vista quantitativo che produttivo.

Crescita

Il 2015 è stato il primo anno, dopo cinque di crisi, in cui il numero di PMI è aumentato tornando al di sopra delle 137mila unità (+500 unità rispetto all’anno precedente). Un numero che ancora non raggiunge ma si avvicina alle 150mila unità del 2008. In particolare, si registra un saldo positivo tra le PMI aperte e quelle chiuse, un saldo nullo tra le PMI che hanno ridotto la propria scala dimensionale fino a diventare micro-imprese e le società che invece sono cresciute.

I ricavi sono cresciuti del 3,1%, a tassi tripli rispetto all’anno precedente (3% contro 1%) e circa la metà delle PMI ha oggi un bilancio classificato come “solvibile”, in aumento di quasi dieci punti percentuali rispetto al 2007, ultimo anno prima della crisi.

Interessante notare che i miglioramenti sul fronte della crescita e della redditività hanno coinvolto anche i settori più colpiti dalla crisi economica come le costruzioni che, anche grazie agli incentivi fiscali per le ristrutturazioni, per la prima volta dall’inizio della crisi torna a registrare una crescita di ricavi (+1,8%) e della redditività lorda (+4,4%). A guidare la ripresa si conferma comunque il settore industria, che aveva già guidato l’inversione di tendenza nel 2014, a seguire quello dei servizi.

Previsioni

Secondo le previsioni Cerved anche i prossimi anni dovrebbero essere positivi con:

  • crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) +0,8% nel 2016 e +1,1% nel 2018;
  • accelerazione del fatturato (+ 4,2%) e del valore aggiunto delle PMI (+5,2%) al 2018.

Va però sottolineato che il miglioramento congiunturale non risolve i ritardi strutturali del nostro sistema: nonostante il recupero del MOL (Margine Operativo Lordo), +3,9% nel 2015 e un’accelerazione fino al +6,5% prevista per il 2018, al termine del periodo di previsione l’indice rimarrà inferiore a quella pre-crisi di ben 24 punti percentuali.

In più bisogna considerare che la produttività del lavoro delle PMI ha perso circa 8 punti percentuali dall’inizio della crisi.

Accesso al credito

Nel 2015 si è registrata una significativa inversione di tendenza per due fenomeni che hanno caratterizzato gli anni più neri della crisi: la selezione più severa del credito da parte delle banche ma anche delle stesse imprese nel concedere credito commerciale ai propri clienti, con la conseguente flessione del volume di debiti finanziari (-2%) e dei debiti commerciali (-7%). Si rileva ora un clima di rinnovata fiducia che ha portato ad un aumento dei debiti commerciali del +1,7% a fronte di un +0.3% su base annua per quelli finanziari.

Nonostante i maggiori debiti le PMI sembrano muoversi verso profili meno rischiosi:

  • è proseguito a ritmo sostenuto il rafforzamento del capitale proprio (+5%)
  • nel 2015 il 51,5% delle PMI italiane ha un profilo di rischio “solvibile” contro il 48,3% del 2014;
  • solo il 16,6% ha un profilo rischioso (17,7% nel 2014);
  • a giugno 2016, le PMI risultano infatti più rapide a pagare i fornitori, con ritardi pari a 11,5 giorni (- 2 giorni sull’anno precedente) e tempi di pagamento pari a 72,2 giorni (-1,4 giorni) che non si registravano dal 2012.

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PMI e startup innovative

Nell’edizione del 2016 del Rapporto annuale Cerved particolare attenzione è stata dedicata al tema della produttività e dell’innovazione, arrivano a disegnare, in collaborazione con SpazioDati, una vera e propria mappa dell’innovazione del sistema delle imprese italiane articolata in cluster e distretti locali. In particolare sono stati individuati otto cluster di innovazione, tra i quali i più importanti risultano quello del mobile e smartphone (2.800 startup e 1.200 PMI) e quello dell’ecosostenibilità (1.500 startup e 1000 PMI).

Con riferimento alle PMI e alle startup innovative, dal Rapporto Cerved 2016 si evince che:

  • sono oltre 12mila le startup innovative iscritte e non iscritte che muovono un giro d’affari di circa 2 miliardi di euro e impiegano 24 mila addetti;
  • le PMI innovative sono un terzo, circa 4 mila, ma producono 24 miliardi di euro di ricavi e danno lavoro a 126 mila impiegati;
  • il maggior numero di startup innovative individuate rispetto alle PMI indica che la produzione di innovazione è più congeniale alle startup che alle PMI “anziane”.

Riportiamo di seguito le tre mappe che mostrano i tassi di innovazione per provincia in Italia sia per startup che PMI innovative.IMG-20161115-WA0005

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Fonte: Cerved.