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Industria 4.0, il Governo investe nelle PMI

di Barbara Weisz

Pubblicato 22 Settembre 2016
Aggiornato 8 Giugno 2017 12:39

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PMI al centro del Piano Industria 4.0 del Governo: incentivi fiscali, finanza agevolata, investimenti in tecnologie e competenze, consulenza diretta.

Incentivi fiscali attivabili dall’impresa (super-ammortamenti, credito d’imposta per ricerca e sviluppo), finanza agevolata per l’Industria 4.0, sviluppo di nuove competenze (con il supporto di scuole, università e centri di ricerca), infrastrutture (banda larga, open standard IoT), detassazione produttività, supporto delle associazioni imprenditoriali per stimolare la cultura dell’innovazione nelle PMI, sulle cui potenzialità punta il Piano Industria 4.0 presentato dal Governo il 21 settembre (atteso da oltre un anno). Come ha spiegato il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, abbiamo un sistema industriale basato sulle PMI e l’obiettivo del Piano è che queste abbiano

«la possibilità di accedere a tecnologie prima molto contingentate».

=> Industria 4.0: un modello per l’Italia

Incentivi fiscali

  • proroga super-ammortamento al 140% per acquisto beni strumentali (al 120% per mezzi di trasporto);
  • iper-ammortamento al 250% per investimenti in digitalizzazione, con estensione termini di consegna al 30 giugno 2018 previo ordine e acconto del 20% entro fine 2017;
  • credito d’imposta R&S per investimenti incrementali, con aliquota raddoppiata al 50% e tetto di spesa alzato a 20 milioni di euro (dai 5 attuali).

Finanza per la crescita

  • detrazione fiscale del 30% per investimenti fino a 1 miliardo di euro in Start-up e PMI innovative;
  • finanziamenti pubblici per finanziare la nascita di nuove imprese 4.0brevetti ad alto contenuto tecnologico.

=> Industria 4.0 grazie a PMI, startup e business angels

Altre misure

  • Lavoro: rafforzamento dei premi di produttività (scambio salario / produttività) con un impegno pubblico di 1,3 miliardi di euro dal 2017 al 2020.
  • Investimenti in infrastrutture digitali: banda ultra larga nelle cosiddette “aree grigie”, dove ci sono il 69% delle imprese; standard aperti per l’Internet of Things.

Competenze

Competence center si svilupperanno attorno ai seguenti poli universitari: Politecnici di Milano, Roma e Bari, Istituto Superiore Sant’Anna di Pisa (queste quattro università fanno parte, insieme al CRUI, conferenza rettori università italiane, della cabina di regia per lo sviluppo di Industria 4.0), Università di Bologna, università venete, Federico II di Napoli. Intorno a questi poli si dovranno sviluppare strutture e competenze: formazione, consulenza tecnologica per le PMI, lancio e sviluppo progetti innovativi, sperimentazione in chiave Industria 4.0, coordinamento con l’Europa.

Una parte rilevante del Piano si concentra proprio sulle competenze da formare, sfruttando: alternanza scuola lavoro, corsi universitari e master specializzati, incremento (raddoppio?) degli studenti negli istituti tecnici superiori e dei dottorati di ricerca  su tecnologie 4.0.

E poi ci sono le competenze aziendali e degli imprenditori, con uno sforzo è sistemico. Il ministro Calenda e il premier Renzi, hanno annunciato un roadshow per sensibilizzare le imprese (con il supporto di Confindustria e Rete Imprese Italia), in particolare le medie imprese con fatturato tra 50 e 150 milioni di euro: per queste è previsto un piano di tutoraggio one-to-one e il supporto di consulenti specializzati per mettere a punto un piano industriale e tecnologico di lungo periodo.

Calenda, che si rivolge direttamente agli imprenditori: E’ un piano «improntato alla fiducia nell’impresa», «siete voi che decidete dove e come investire». Il Governo fornisce strumenti, incentivi, infrastrutture, «l’altro pezzo di strada lo dovete fare voi» dice il ministro che conta sulla capacità di reagire, come sistema e come skill individuali, delle imprese del Made in Italy: «i fatti ci diranno se è così» conclude. 

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