In Italia ci sono quasi 6mila start up innovative, attive soprattutto in ambito Servizi IT alle imprese ed R&S: lo rileva il report sul secondo trimestre 2016 del Ministero dello Sviluppo Economico. A fine giugno, queste imprese erano 5mila 943, in aumento di 504 unità sul marzo 2016 (+9,27%), contro il +1,16% delle società di capitali.
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Le startup rappresentano lo 0,38% del milione e mezzo di società di capitali italiane (a fine marzo l’incidenza era pari allo 0,35%). Cresce di conseguenza anche il numero di imprenditori innovativi (23mila 045 soci, 1.927 in più rispetto allo scorso marzo, con un progresso del 9,12%), ma ancora più evidente è l’incremento dei dipendenti, che sono 8mila 193, + 25,58% rispetto alla fine del 2015.
Le startup innovative con dipendenti sono meno della metà del totale (2mila 356). Il capitale sociale delle startup è pari complessivamente a 328,4 milioni di euro, in media 55mila euro a impresa (in aumento dell’8,3% sul trimestre precedente).
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La Regione in cui si trova il maggior numero di start up innovative si conferma la Lombardia, dove risiedono 1285 imprese, il 21,6% del totale, seguita da Emilia Romagna, Lazio, Veneto, Piemonte. Calcolano però l’incidenza di startup in rapporto alle società di capitali, la classifica cambia e al primo posto si trova il Trentino-Alto Adige, con 100 startup ogni 10mila società di capitali. Seguono Marche, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia.
Anche a livello provinciale, la graduatoria cambia considerando la densità di start up in termini assoluti o relativi. Il numero più alto di start up innovative è a Milano, con 874 startup (14,7% del totale), seguita da Roma (8,8%), Torino (4,9%), Napoli (3,2%), Bologna (3%), mentre la maggior densità in relazione alle società di capitali si trova a Trento, con 135 startup ogni 10 mila società di capitali, seguita da Trieste, Ascoli, Ancona.
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Il settore in cui si concentrano la maggioranza delle startup innovative è quello dei servizi alle imprese (71,3%), in particolare produzione software e consulenza informatica (30%) e attività di R&S (14,8%). Ma c’è anche un 18,9% che opera invece nell’industria in senso stretto.
I dati di bilancio indicano un valore della produzione totale di 325,58 milioni di euro, dato che si riferisce al 2014, ed è calcolato sulle 2mila 860 imprese che dispongono di un bilancio. Tra queste ultime risulta particolarmente elevato il grado di immobilizzazioni sull’attivo patrimoniale, pari al 30% (cinque volte maggiore rispetto al rapporto medio delle società di capitali, 6%).
La redditività è ancora negativa, sia in termini di ROI (ritorno sull’investimento), sia di ROE (ritorno sull’investimento azionario). Se però si prendono in considerazione solo le startup in utile, i due indicatori sono non solo positivi, ma anche leggermente superiori a quelli delle società di capitali (ROI 0,10 contro 0,02, ROE 0,21 contro 0,03).
Per ogni euro di produzione le startup innovative generano in media 15 centesimi di valore aggiunto, un dato più contenuto rispetto a quello fatto registrare dal complesso delle società di capitali (21 centesimi). Limitatamente alle imprese in utile (nel 2014, il 43,5%), le startup generano, invece, più valore aggiunto sul valore della produzione rispetto alle società di capitali (33 centesimi contro 21).
In netta minoranza le startup a partecipazione prevalentemente femminile, il 13,7% del totale, migliori invece i dati sui soci giovani (under 35), pari al 22%, quasi un quarto, una quota largamente superiore a quella relativa alla presenza di giovani nel capitale delle normali società di capitali (il 6,7%).
MiSE