Cambio Lire in Euro: le opzioni possibili

di Francesca Vinciarelli

Pubblicato 12 Febbraio 2016
Aggiornato 26 Aprile 2016 09:03

logo PMI+ logo PMI+
Convertire le Lire in Euro è ancora possibile: ecco le condizioni che garantiscono tale diritto secondo la Corte Costituzionale e la possibile apertura anche in tutti gli altri casi.

Sono in molti a possedere banconote o monete delle vecchie Lire, ma non tutti conoscono tutte le opzioni possibili per cambiarle in Euro. Recentemente la Banca d’Italia ha riaperto la possibilità di convertire le Lire, ma solo a determinate condizioni. Tale diritto è infatti terminato il 6 dicembre 2011, per effetto del Decreto Salva Italia, anticipatamente rispetto al termine inizialmente fissato a fine febbraio 2012: l’opzione si è riaperta da poco, dopo che la Corte Costituzionale ha ritenuto anticostituzionale anticipare per legge la scadenza della prescrizione.

=> Leggi la sentenza della Corte Costituzionale

Requisiti

Questo il motivo per cui la Banca d’Italia ha riaperto i termini per effettuare il cambio, ma solo per chi è in grado di documentare di aver già richiesto di convertire Lire in Euro tra il 6 dicembre 2011 e il 28 febbraio 2012.

In questo caso, per ottenere la conversione delle Lire in Euro è necessario recarsi in una delle Filiali della Banca d’Italia che svolgono il servizio di Tesoreria dello Stato, consegnare la documentazione attestante la passata richiesta: dalle semplici email alle dichiarazioni relative alla mancata effettuazione del cambio, purché sottoscritte da personale della Banca, con data non successiva al 28 febbraio 2012.

Dunque, un’opzione riservata ad una platea assai ristretta. In realtà, però, almeno secondo Altroconsumo:

“potrebbe essere valida anche una diversa documentazione, purché la stessa abbia “caratteristiche di affidabilità”, che saranno valutate caso per caso dalla Banca d’Italia”.

Diritto alla conversione

In tutti gli altri casi, dunque, potrebbe comunque essere valida la possibilità di convertire le Lire in Euro, ma la Banca d’Italia non si è sbilanciata su questo, limitandosi a dichiarare che presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze sono in corso approfondimenti giuridici e finanziari, per i quali Bankitalia presterà la propria collaborazione.

.