Crescita economica stentata, frena anche la Lombardia

di Anna Fabi

21 Novembre 2024 12:32

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Crescita economica col freno tirato, il PIL della Lombardia si allinea a quello nazionale: rallentano industria e costruzioni, occupazione verso il calo.

Nuovi dati della Banca d’Italia gettano ombre su quella che da sempre è riconosciuta come la Regione che funge da traino economico per l’economia del Paese: la Lombardia. In estrema sintesi, nel 2024 cresce in misura contenuta in termini di PIL.

Secondo le rilevazioni di Bankitalia, l’andamento è in linea con quello nazionale (+0,4%), a causa di un rallentamento della produzione industriale e della crisi del settore costruzioni, che sconta l’esaurirsi della spinta del Superbonus.

In calo anche le spese per investimenti, che si attendono analogamente deboli nel 2025. Sull’occupazione i numeri sono per ora positivi, tuttavia ci sono segnali di un peggioramento nei prossimi mesi. Sono dati che dunque preoccupano, come sottolinea Giorgio Gobbi, responsabile della sede di Milano di Banca d’Italia:

La capacità di rimanere locomotiva dipende dai progetti innovativi. In assenza di innovazione, si perde competitività, soprattutto sui mercati esteri.

Vediamo con precisione i dati macroeconomici del primo semestre 2024.

Il PIL della Lombardia nel 1° semestre 2024

Il primo dato che emerge dall’aggiornamento congiunturale è che il PIL resta comunque positivo, pur con un rialzo contenuto (0,4%).

I profitti delle imprese restano elevati, con la quasi totalità delle aziende che valuta le proprie disponibilità liquide sufficienti per fronteggiare le necessità operative e il rimborso delle rate dei finanziamenti.

Resta però il fatto che la debolezza dell’economia lombarda prosegue ormai da fine 2022. E sul rallentamento del PIL pesa in particolare la performance dell’industria.

L’andamento per settori: industria, edilizia, servizi

Secondo i dati di Unioncamere Lombardia, nel primo semestre la produzione manifatturiera è diminuita dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2023. Al netto degli effetti stagionali, la produzione è in calo dalla metà del 2023, soprattutto a causa dell’andamento di alcuni settori come tessile, moda, meccanica, siderurgia.

Contrariamente a quando avveniva lo scorso anno, le imprese che nei primi nove mesi dell’anno hanno subito un calo del fatturato sono più numerose di quelle che, invece, lo hanno incrementato. I ricavi scendono in particolare fra le imprese esportatrici e di grande dimensione, più esposte alla congiuntura internazionale.

Rallenta anche l’edilizia, anche se in questo caso il fatturato resta in crescita, +2,9%, pur in misura molto inferiore a quello del primo semestre 2023 quando segnava un progresso dell’8%. Quasi la metà delle imprese edili prevede una sostanziale stabilità del valore della produzione nel 2024, con un andamento meno favorevole nell’edilizia residenziale dovuto al venire meno del Superbonus.

C’è invece una spinta propulsiva del PNRR che ha sostenuto il comparto delle opere pubbliche. Fra novembre 2021 e agosto 2024 sono state aggiudicate oltre il 70% delle gare bandite per lavori, per un importo complessivo di oltre 4 miliardi di euro. In Lombardia sono stati avviati e in alcuni casi conclusi lavori pari al 47% degli importi aggiudicati, contro il 49 per cento nella media nazionale).

Performance positiva nei servizi, soprattutto nelle attività legate al turismo, con l’eccezione del commercio al dettaglio che invece non registra variazioni rispetto al confronto. La crescita è stata robusta per le attività rivolte alle imprese, i servizi di alloggio, ristorazione e per i servizi alla persona. Il turismo si è avvantaggiato in particolare da una magigor presenza di viaggiatori provenienti dall’estero, che hanno speso il 19,2% in più dello scorso anno e aumentato i pernottamenti, +7,4%. Bene anche le attività fieristiche e congressuali, in calo invece il commercio all’ingrosso.

Il calo delle esportazioni

Le esportazioni segnano un calo dello 0,3%, con riduzioni concentrate sui prodotti del calzaturiero e dell’abbigliamento. Positivi invece i dati per elettronica, chimica, mezzi di trasporto, alimentare.

Per quanto riguarda i mercati, le flessioni riguardano in particolare Germania e Francia e, fuori dall’Europa, gli Stati Uniti. Bene invece Polonia, Medio Oriente, India e America centromeridionale.

In ogni caso, quasi l’80% delle aziende prevede di chiudere in utile l’esercizio 2024. La quota è in calo rispetto all’anno precedente, pur rimanendo superiore alla media del quinquennio pre-pandemico.

Il mercato del lavoro

Nel primo semestre gli occupati sono aumentati dell’1,2% e il tasso di occupazione si è attestato al 69,2%.  L’analisi Bankitalia segnala il rischio di un peggioramento del mercato del lavoro, soprattutto nell’industria dove non si escludono un calo delle ore lavorate e un maggior ricorso alla cassa integrazione. Già nei primi nove mesi dell’anno in questo settore prevalgono le indicazioni di riduzione delle ore lavorate rispetto a quelle di incremento, mentre viceversa nei servizi sono più diffuse le aziende per le quali le ore sono aumentate. Tendenzialmente, questo trend dovrebbe proseguire anche nei prossimi sei mesi.