Il ministro dell’Economia e quello delle Imprese hanno spiegato in modo analogo il motivo del taglio al Fondo Automotive in Manovra 2025: l’obiettivo è cambiare rotta, puntando meno sugli incentivi all’acquisto e più su una nuova politica per il settore.
Il titolare del MIMIT Adolfo Urso lo ha fatto rispondendo a un question time al Senato, quello del MEF Giancarlo Giorgetti in sede audizione sulla Legge di Bilancio.
Stop incentivi auto green e rottamazioni
Giorgetti ha confermato che l’Esecutivo non intende fare marcia indieteo sulla stretta ai contributi statali sottolineato:
non tagliamo i fondi alle imprese che vogliono riconvertire, tagliamo i fondi per le rottamazioni e incentivi all’acquisto di auto elettriche prodotte in Cina o altri paesi. Questo sì. Questi 700 milioni non li ritroverete più dal 2025 in avanti.
In realtà, è bene precisarlo, l’Ecobonus auto non va a stimolare in particolare un produttore o l’altro, ma promuove il ricambio del parco circolante.
Fondi dirottati verso la ricoversione
Comunque, insiste il ministro, «ci sono 700 milioni di residui che possono essere utilizzati da domani mattina», ma c’è anche «bisogno di imprenditori che accettino il processo di riconversione; se non accettano la sfida di riconvertirsi rispetto alla produzione tradizionale, possiamo praticare la riconversione ma chi la fa?».
Su questo concetto ha insistito parecchio: «non tagliamo i fondi alle imprese che vogliono riconvertire».
Relativamente simile la linea tenuta dal ministro Urso:
è finito il tempo dei bonus. Gli incentivi destinati all’acquisto non hanno avuto effetti positivi sulla produzione. Dobbiamo prenderne atto e concentrare le risorse sugli investimenti.
Spazio a contratti di sviluppo per l’Automotive
Due le ulteriori considerazioni fornite da Urso.
La prima riguarda gli strumenti per il settore: «proprio ieri ho firmato un provvedimento che prevede l’apertura del nuovo sportello dei contratti di sviluppo, finanziato con risorse del PNRR e dedicato alle filiere strategiche nazionali, includendo il settore auto. La dotazione finanziaria da 500 milioni potrà essere integrata per far fronte alle esigenze del settore nel prossimo biennio 2025-2027».
La seconda riguarda le politiche europee e in particolare il Green Deal di cui, secondo Urso, bisogna urgentemente «rivedere le regole».
Abbiamo concordato con la Repubblica Ceca un non paper per anticipare a inizio 2025 la clausola di revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per i veicoli leggeri, che ho personalmente illustrato agli altri colleghi europei. Il documento non mette in discussione l’obiettivo di decarbonizzazione al 2035, ma chiede che si raggiunga con un approccio di neutralità tecnologica.
I piani europei, lo ricordiamo, prevedono lo stop alle immatricolazioni di auto a motore endotermico in Europa dal 2035, e multe a partire dal prossimo anno legate alle emissioni delle nuove auto immatricolate.
Il ministro sottolinea come la crisi del settore non riguardi «solo l’Italia e Stellantis, ma l’intera industria europea, come dimostrano i drammatici annunci di chiusura degli stabilimenti produttivi e di licenziamenti in massa».