La Riforma IRPEF prevede nel lungo termine un’aliquota unica al posto degli attuali scaglioni per la tassazione del reddito delle persone fisiche, garantendone la progressività attraverso il sistema delle detrazioni. Un primo assaggio di queste novità è atteso in Manovra 2025, per quanto al momento ci siano ancora pochi dettagli ufficiali e molte ipotesi di stampa, che però non hanno ancora alcuna base di conferma.
Fatta questa premessa, proviamo a sintetizzare alcune delle ipotesi di revisione del sistema delle detrazioni in arrivo con la Legge di Bilancio 2025, a partire dalle anticipazioni certe fornite dal Sottosegretario all’Economia Maurizio Leo: la fruizione effettiva delle attuali detrazioni IRPEF in dichiarazione dei redditi, nel range dal 19% al 50%, saranno sottoposte ad un nuovo criterio volto a favorire le famiglie più numerose e di ceto inferiore.
Come? Ancorando i rimborsi da 730 ad un criterio di reddito e al quoziente familiare.
Nuove detrazioni fiscali 2025: cosa può cambiare e chi ne beneficerebbe
Oltre alle nuove regole sul Bonus Ristrutturazioni e per le detrazioni sui figli a carico, la Legge di Bilancio 2025 dovrebbe dunque introdurre una significativa revisione delle detrazioni fiscali, con l’ipotesi di nuove soglie di reddito e un “punteggio” legato al quoziente familiare, tale da favorire le famiglie numerose ma a discapito dei contribuenti senza figli e con redditi più elevati. Su aliquote, criteri di calcolo e importi di tale soglie, le simulazioni di stampa si sprecano, ma di fatto non sembra esserci ancora nulla di definitivo.
In ogni caso, lunedì 21 ottobre la bozza di Manovra è attesa alle Camere per iniziare il suo iter parlamentare: a quel punto si conoscerà quanta verità c’è davvero nel disegno di legge rispetto a queste ipotesi e, soprattutto, quali saranno le valutazioni dei tecnici del MEF e gli eventuali correttivi inseriti nel provvedimento fino alla sua approvazione definitiva con entrata in vigore dal 1° gennaio 2025.
Tetti di spesa detraibili ancorati al reddito familiare
Una prima indicrezione di stampa (ancora tutta da confermare) vedrebbe il reddito complessivo del nucleo familiare ancorato a tre fasce con relativi tetti massimi di spese detraibili in dichiarazione dei redditi. Le soglie sarebbero le seguenti:
- 8mila euro per redditi fino a 50mila euro (detrazioni su spese fino all’8% del reddito);
- 6mila euro per redditi tra 50mila e 100mila euro (detrazioni su spese fino al 6% del reddito);
- 4mila euro per redditi superiori a 100mila euro (detrazioni su spese fino al 4% del reddito);
- azzeramento detrazioni oltre i 240mila euro (soglia già prevista nell’attuale sistema).
Potrebbero essere dunque questi i limiti massimi di spesa detraibile una volta calcolate le detrazioni mantenendo le aliquote spettanti: 19% per spese mediche e tutte le altre voci oggi detraibili in qyesta misura; 36% per lavori edilizi su immobili diversi dall’abitazione principali.
Le detrazioni già in essere non subirebbero comunque interventi ed il nuovo sistema sarebbe applicabile solo a partire dalle spese sostenute dal 1° gennaio 2025. Gli interessi passivi sui mutui per la prima casa, inoltre, sempre in base ad indiscrezioni di stampa, sarebbero esclusi mantenendo la detraibilità garantita sui contratti in corso.
Un punto fondamentale di ueste indiscrezioni di stampa e che queste soglie non si riferirebbero al reddito lordo del singolo contribuente ma al reddito lordo familiare, calcolato tenendo conto anche del reddito dell’eventuale coniuge e degli eventuali figli a carico, calcolati secondo una specifica formula.
Quoziente familiare: agevolazioni per famiglie numerose
Un’importante novità della riforma sarebbe infatti l’introduzione del quoziente familiare, un sistema già sperimentato dal Governo in passato e che dal 2025 potrebbe modificare il calcolo del reddito imponibile, favorendo le famiglie con più figli.
Questo sistema sarebbe introdotto per rendere la tassazione calibrata sulla composizione del nucleo familiare favorendo quelli con figli e specialmente quelli più numerosi, con una maggiore possibilità di detrarre spese rispetto a chi ha meno carichi familiari.
Come funzionerebbe? Sommando i redditi di tutti i membri della famiglia e dividendo per un coefficiente basato sulla dimensione del nucleo, si otterrebbe un’imposizione fiscale che tenesse conto delle reali esigenze finanziarie delle famiglie.
Secondo alcune ipotesi di stampa, in Manovra 2025 potrebbe dunque approdare un sistema di questo tipo, secondo cui il reddito complessivo familiare potrebbe essere diviso per un numero di parti corrispondenti ai membri della famiglia:
- 1 per un single o una vedova/o con un figlio a carico;
- 2 per una coppia sposata o convivente;
- 0,5 per il primo e secondo figlio a carico;
- 1 per ogni figlio dal terzo in poi, o per figli disabili.
Il reddito così “corretto” sarebbe utilizzato per determinare il limite massimo delle spese detraibili. Ad esempio, una famiglia con un reddito complessivo di 36mila euro e due figli avrebbe un reddito di riferimento di 14.400 euro grazie al quoziente familiare, rientrando così nella fascia di reddito più bassa e potendo detrarre fino a 8mila euro.
Chi ci rimetterebbe?
Un sistema così articolato penalizzerebbe in particolare i single con redditi elevati. Ad esempio, un contribuente con reddito di 50mila euro potrebbe detrarre dal prossimo anno al massimo 4mila euro di spese contro i 4.800 euro del sistema oggi applicato. Se lo stesso contribuente affrontasse poi una ristrutturazione della prima casa perderebbe ancora di più, con una perdita di 2.800 euro rispetto all’attuale metodo di calcolo.
La situazione peggiorerebbe per chi ha redditi superiori a 100mila euro, visto che il tetto massimo di spese detraibili scenderebbe a 4mila euro.
Inoltre, chi ha meno di tre figli vedrà una riduzione dei benefici fiscali, in quanto il quoziente familiare comporta una redistribuzione delle detrazioni verso le famiglie più numerose.
Obiettivo di Governo: risparmio e sostegno alle famiglie
Rispetto a tutte queste ipotesi, che per il momento rimangono più che altro speculazioni, solo una cosa è certa: il nuovo sistema di detrazioni si baserà sulla convinzione del Governo Meloni che le famiglie numerose, soprattutto quelle con redditi medio-bassi, necessitino di maggiore sostegno, anche se questo dovesse andare a caspito dei nuclei senza figli o dei contribuenti ad alto reddito.
Una riforma come quella sopra esposta, di fatto, potrebbe generare oltre un miliardo di euro di risparmio per lo Stato nel 2025, contribuendo così a contenere la spesa pubblica.