Con gli esiti del Consiglio dei Ministri del 15 ottobre arriva la conferma del Governo sull’accorpamento su tre scaglioni delle aliquote IRPEF, già in vigore nel 2024 ed esteso anche per il 2025 dalla Legge di Bilancio, con una novità in più: nelle more di un ulteriore riduzione d’imposta, la riforma diventa strutturale.
Le aliquote IRPEF, quindi, anche per il 2025 saranno quelle relative agli attuali scaglioni di reddito: 23% fino a 28.000 euro; 35% tra 28.000 euro e 50.000 euro; 43% oltre 50.000 euro.
A essere rinviato, invece, è il taglio del secondo scaglione, dal 35% al 33%, in attesa di recuperare 1,5 miliardi di euro che potrebbero arrivare dal gettito del Concordato Preventivo Biennale. Se ci fossero risorse sufficienti, si potrebbe estendere anche la platea dei beneficiari, spostando la soglia del terzo scaglione a 60mila euro.
Aliquote IRPEF in Manovra 2025
L’imposta lorda dovuta (applicata al reddito complessivo delle persone fisiche maturato, al netto degli oneri deducibili) si calcolerà anche nel 2025 applicando le seguenti aliquote:
Reddito imponibile e aliquota IRPEF (% per scaglioni €) |
Imposta progressiva sui rediti intermedi (€) |
23% fino a euro 28.000 | 23% sull’intero importo |
35% da 28.001 fino a euro 50.000 | 6.440 + 35% sul reddito che supera i 28.000 fino a 50.000 |
43% oltre a euro 50.000 | 14.140 + 43% sul reddito che supera i 50.000 |
Si evita quindi il rincaro dell’imposta lorda pari al 2% che sarebbe scattato per la fascia di reddito fino a 28mila euro se si fosse ritornati al sistema a 4 scaglioni.
Nel medio termine, poi, l’obiettivo di Governo – contenuto anche nel Piano Strutturale di Bilancio, concordato con la UE secondo un orizzonte temporale di sette anni (corredato da una nuova appendice) – è comunque quello di proseguire con gli obiettivi della riforma fiscale, in primis intervenendo sull’attuale secondo scaglione IRPEF e, a tendere, arrivando ad un’aliquota unica.