Le stime macroeconomiche contenute nel Piano Strutturale di Bilancio (PSB) potrebbero essere troppo ottimistiche, e alcune delle misure espansive indicate nella manovra 2025, in primis l’intenzione di rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, rappresentano un ulteriore fattore di rischio, soprattutto per la sostenibilità del sistema delle pensioni. Che, fra l’altro, va riformato in tempi relativamente brevi, interropendo la lunga serie di proroghe di misure di flessibilità in uscita degli ultimi anni e ridando quindi stabilità al quadro normativo.
Sono in estrema sintesi le principali critiche di Banca d’Italia, Corte dei Conti e Ufficio Parlamentare di Bilancio al PSB, il nuovo documento di programmazione economica previste dalle regole europee, attualmente all’esame del Parlamento, che peraltro non conterrebbe sufficienti dettagli programmatici.
Incertezza su crescita e PIL
Il PSB, lo ricordiamo, prevede il rientro del rapporto deficit/PIL sotto il 3% nel 2026, e una crescita del PIL dell’1% per il 2024. In audizione parlamentare, la Banca d’Italia rileva innanzitutto l’incertezza rispetto alla crescita. «La revisione dei conti economici trimestrali pubblicata venerdì scorso dall’Istat, non inclusa nel quadro, comporterebbe una correzione meccanica al ribasso di due decimi di punto percentuale della stima per l’anno in corso». E comunque, nel complesso, «lo scenario programmatico si colloca all’interno del ventaglio di proiezioni dei principali previsori ma risulta più favorevole delle nostre più recenti valutazioni, che segnalano possibili rischi al ribasso».
Questi sono determinati anche da una situazione internazionale particolarmente complessa, che potrebbe provocare una «ripresa degli scambi internazionali più contenuta di quanto atteso» e l’indebolimento della dinamica degli investimenti. «La capacità della nostra economia di contrastare l’eventuale materializzarsi di questi e altri rischi dipenderà anche dall’attuazione piena ed efficace degli investimenti e delle riforme del PNRR», rileva ancora Via Nazionale.
Pochi dati sullo scenario programmatico
L’incertezza delle stime viene in vari modi sottolineata anche da Corte dei Conti e Ufficio Parlamentare di Bilancio. Così come tutti segnalano la mancanza di informazioni dettagliate sulle misure concrete che il Governo intende intraprendere e sul relativo impatto sui conti pubblici.
L’Ufficio Parlamentare di Bilancio segnala «carenze di informazioni nel quadro tendenziale di finanza pubblica del PSB, che avrebbe potuto assorbire i contenuti normalmente presenti nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NaDEF), come auspicato anche dal Documento conclusivo del Parlamento sull’indagine conoscitiva relativa alla nuova governance europea». E sottolinea anche che «sul versante delle coperture finanziarie le indicazioni del PSB sono di carattere generale».
Dubbi sul taglio del cuneo fiscale strutturale
Fra i punti critici, il taglio del cuneo fiscale. Previsto dalla Manovra dello scorso anno, pari a 7 punti percentuali per i redditi da lavoro dipendente fino a 25mila euro annui e a sei punti fino a 35mila euro, quest’anno verrà prorogato. Nel PSB c’è però l’intenzione di renderlo strutturale (non necessariamente con la prossima manovra, par di capire). Secondo la Banca d’Italia, rendere strutturali gli sgravi contributivi sul lavoro «rischia di minare l’equilibrio tra entrate contributive e uscite per prestazioni che, nel medio periodo, caratterizza il nostro sistema previdenziale e ne rappresenta un punto di forza».
Riforma pensioni subito
Sulle pensioni, la Corte dei Conti approva l’obiettivo di stimolare la previdenza complementare, ma in termini più generali «resta di fondamentale rilievo ridare certezza e stabilità al quadro normativo, dopo gli interventi temporanei che lo hanno contrassegnato negli ultimi cinque anni». Quindi, bisogna accelerare sulla riforma pensioni a più riprese rinviata negli ultimi anni.
L’impostazione proposta dall’esecutivo nel PSB si assicurare «la sostenibilità di lungo termine del sistema previdenziale tanto sotto il profilo finanziario, quanto dal punto di vista sociale» appare corretta.
Più misure per le PMI
Infine, fra gli interventi prospettati su cui ci sono dettagli insufficienti per la valutazione complessiva, la Banca d’Italia cita anche particolare la legge quadro sulle PMI e le misure volte al potenziamento dei mercati dei capitali.
Si tratta di misure inserite nel capitolo dedicato al migliroamento dell’ambiente imprenditoriale, e «dovranno basarsi su una corretta identificazione dei principali fattori che ostacolano la crescita dimensionale delle imprese, fra cui i disincentivi derivanti dal quadro normativo e dal sistema fiscale».