Presentato in Consiglio dei Ministri il Piano Strutturale di Bilancio aggiornato in base alle ultime revisioni ISTAT.
Il Governo stima un PIL 2024 all’1% e conferma dunque la previsione di scendere sotto il 3% del debito nel 2026, con la richiesta all’Europa di calibrare nell’arco di sette anni la traiettoria di rientro nei parametri del Patto di Stabilità UE.
Le precisazioni arrivano dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha incontrato i sindacati in vista della Manovra 2025 ed ha ribadito così i contenuti del Piano Strutturale di Bilancio (PSB) dopo l’aggiornamento dell’ISTAT sui conti pubblici italiani.
I numeri e le misure nel PSB
Nel Piano Strutturale di Bilancio di lungo termine, la spesa primaria netta (l’indicatore sotto osservazione UE) vedrà nei prossimi sette anni una crescita media vicino all’1,5% (1,3% nel 2025; 1,6% nel 2026; 1,9% nel 2027; 1,7% nel 2028; 1,5% nel 2029; 1,1% nel 2030 e 1,2% nel 2031) con un obiettivo sul rapporto deficit/PIL pari al 3,3% nel 2025 e al 2,8% nel 2026 per poi scendere dal 2027 (in media, di 1 punto di PIL dopo l’uscita dalla procedura per deficit eccessivo).
Oltre alla riduzione del deficit sotto i parametri al 2026, è quindi previsto un tasso di crescita della spesa media annua all’1,5% e la correzione pari allo 0,5% sul saldo strutturale.
Il Piano contiene riforme e investimenti, anche in continuità con il PNRR, promuovendo crescita sostenibile, contrasto al declino demografico, sostegno al potere d’acquisto delle retribuzioni, intensificazione di recupero del gettito fiscale.
«È una fase complicata – ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti nel corso dell’incontro con i sindacati a Palazzo Chigi – perché ci troviamo in un momento di transizione. Siamo alla prima di questi nuovi strumenti all’indomani della revisione del Patto di Stabilità».
Le misure in vista della Manovra 2025
Per quanto riguarda la Legge di Bilancio 2025, viene confermata la proroga del taglio del cuneo fiscale per lavoratori dipendenti con reddito fino a 35mila euro e la riforma delle aliquote IRPEF. Non sono stati forniti ulteriori dettagli su eventuali nuove misure di riforma, in particolare sull’ipotesi di abbassare l’aliquota del secondo scaglione e di amlpiarne la portata ai redditi fino a 60mila euro (attualmente arriva fino a 50mila euro).
Sulla Sanità Giorgetti ha confermato l’impegno a tenere la spesa sopra all’ 1,5% in rapporto sul PIL: «questo significa che altre spese devono essere più basse».
Sui contratti di lavoro pubblico, invece, ha confermato l’impegno a recuperare i valori dell’inflazione, ovvero circa il 2% annuo.
Infine, sul delicato tema degli extraprofitti, l’intenzione del Governo è quella di trovare un accordo su un contributo a carico di chi ha maggiormente beneficiato di condizioni particolarmente favorevoli:
Chiediamo un contributo a tutti quelli che se lo possono permettere cercando insieme la strada migliore per raggiungere gli obiettivi.
La predisposizione della Manovra è evidentemente complessa e, pur con le notizie positive sul PIL 2024, restano problemi di copertura legati all’esigenza di rispettare il Nuovo Patto di Stabilità che impone rigidità su disavanzo e debito, in particolare ai paesi che come l’Italia sono sotto procedura per deficit eccessivo.