Approvato il Piano Strutturale di Bilancio (PSB) in Consiglio dei Ministri. Il programma economico di riduzione del deficit e del debito pubblico contiene due indicazioni fondamentali: l’Italia si impegna a tornare sotto il 3% del rapporto deficit/PIL nel 2026 stimando nei prossimi anni una spesa netta in crescita intorno all’1,5%.
Il disavanzo al momento è nettamente sopra l’asticella prevista dalle regole europee, il cosiddetto Patto di Stabilità recentemente rinnovato.
Cosa prevede il Piano Strutturale di Bilancio
Il nuovo documento economico è la prima risposta (obbligata) del Governo italiano all’apertura da parte della Commissione UE di una procedura di infrazione per deficit eccessivo. I paesi UE con un deficit superiore al 3% e un debito sopra il 60% devono infatti presentare un Piano Strutturale di Bilancio. E, nel nostro caso, prima di essere inviato a Bruxelles il PSB deve essere esaminato dal Parlamento.
La stima di rientro del deficit sotto il 3% è prevista per il 2026. Successivamente, l’obiettivo è garantire la stabilità del debito pubblico. Il Piano include a tal fine riforme e investimenti che proseguono il percorso del PNRR su pillar quali Pubblica Amministrazione, giustizia, miglioramento dell’ambiente imprenditoriale e compliance fiscale.
La realizzazione di queste riforme è alla base della richiesta italiana di allungare da quattro a sette anni il percorso di aggiustamento dei conti pubblici, possibiità prevista da nuovo Patto di Stabilità UE.
Cosa succede ora
Sembra molto probabile che in vista possa esserci una modifica dello schema di PSB, prima del passaggio parlamentare, con un’eventuale approvazione definitiva da parte dell’esecutivo, dopo che usciranno i dati ISTAT sulla revisione dei conti pubblici il prossimo 23 settembre.
Il MEF chiarisce che il documento sarà trasmesso alle Camere dopo aver recepito le revisioni statistiche.
Solo dopo questo passaggio, prevedibilmente fra il 23 e il 24 settembre, il PSB sarà sottoposto prima all’approvazione del Parlamento e quindi inviato a Bruxelles.
Il calendario della Manovra 2025
Sono scadenze che si intrecciano con quelle della Manovra 2025, che a sua volta deve fare i conti con questo piano europeo: sostanzialmente, si restringono i margini per le coperture della Legge di Bilancio.
La Manovra non potrà infatti essere finanziata a deficit come avvenuto negli ultimi anni. Le stime sul rapporto debito pil, se si confermassero più positive del previsto, sarebbero invece una buona notizia per la Manovra.
Le tempistiche sono quelle consuete: entro fine mese il Governo approva la NaDEF (la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza), poi entro il 15-20 ottobre la Manovra vera e propria.
Negli stessi giorni, l’esecutivo invia a Bruxelles il documento Programmatico di Bilancio, in buona sostanza una sintesi della Manovra oltre a misure di lungo periodo per il risanamento dei conti.