Prende corpo il complesso capitolo dedicato alla riforma IRPEF e alle detrazioni fiscali nella Manovra 2025. Sono diverse le misure allo studio, con cambiamenti anche rilevanti rispetto all’attuale meccanismo.
Tra le ipotesi c’è ad esempio una nuova soglia di reddito per il diritto alle detrazioni stesse (anche per quelle al 19%), lo sfrondamento di quelle minori, nuove premialità per i contribuenti con più figli a carico, la modifica secondo scaglione IRPEF (ridotto al 33% ed esteso fino a 60mila euro).
Il Governo mira in questo modo a centrare due obiettivi: produrre risparmi e proseguire con le politiche per la famiglia, con particolare attenzione alla natalità.
Più detrazioni sulle spese per i figli
A caldeggiare l’ipotesi di nuove detrazioni fiscali che alleggeriscano il carico fiscale dei contribuenti in presenza di più figli, in base alle indiscrezioni di stampa sarebbe lo stesso Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Tuttavia, non ci sono al momento particolari dettagli sulle misure allo studio, se non una serie di ipotesi.
Le detrazioni per i figli a carico sono state già in larga parte assorbite dall’Assegno Unico (a sua volta oggetto di possibili interventi, per privilegiare le famiglie numerose a basso ISEE) ma ci sono ancora margini di manovra per intervenire nella Legge di Bilancio 2025.
Gli interventi su cui si stanno concentrando i lavori dei tecnici del MEF riguarderebbero in particolare spese per quali ad oggi sono previsti tetti massimi alle relative detrazioni in dichiarazione dei redditi: istruzione e mensa scolastica, sport e corsi. Tali agevolazioni potrebbero essere ricalibrate in base al numero di figli.
Stretta sulle agevolazioni ai redditi medio-alti
Per contro, il Governo – proprio dalla revisione delle detrazioni fiscali – deve riuscire a reperire risorse da mettere al servizio della stessa Manovra 2025. Anche in questo caso non ci sono anticipazioni particolareggiate sulle misure in preparazione, ma solo una serie di indicazioni.
Innanzitutto, sembra abbastanza certa una revisione delle tax expenditure (il meccanismo delle deduzioni e detrazioni) per produrre risparmi spendibili in Legge di Bilancio. In secondo luogo, si parla da giorni in modo frequente di un taglio selettivo in base al reddito. Magari riducendo le attuali soglie di reddito sopra le quali si riducono e poi si azzerano le detrazioni, ossia 120mila e 240mila euro rispettivamente.
Il riordino delle detrazioni
Più probabile uno sfrondamento delle agevolazioni, che senz’altro non riguarerà le più utilizzate e ritenute fondamentali, come quelle sanitarie o sul mutuo dell’abitazione principale. Ma che dovrebbe invece intervenire su detrazioni e deduzioni minori, in qualche misura anche su quelle edilizie, e sui crediti d’imposta. Anche in questo caso, non dovrebbero essere toccati i più utilizzati, come il bonus ZES o le agevolazioni 4.0 e 5.0.
Le risorse per la Manovra 2025
Il problema è che le detrazioni e deduzioni minori, che si sono sommate negli anni e rappresentano una piccola giungla fiscale relativamente costosa, hanno una limitata consistenza economica. In termini semplici, non basta tagliare questi benefici per produrre le risorse che si spera possano arrivare alla manovra economica da riordino delle detrazioni. Quantificate intorno ai 2 miliardi di euro.
Sarebbe però una cifra utile per finanziare nuovi passi avanti sul fronte della riforma IRPEF a favore questa volta della classe media. Oltre alla conferma, scontata, del passaggio a tre scaglioni con l’accorpamento dei primi due, l’idea è un abbassamento della seconda aliquota, dal 35 al 33% con l’allargamento della platea ai redditi fino a 60mila euro. Questa misura costerebbe circa 1,5 miliardi di euro, che potrebbero arrivare dalla riforma delle detrazioni.
Sembra invece allontanarsi l’ipotesi di alzare a 100mila euro il reddito per poter applicare la flat tax, sempre per un problema di coperture.