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Manovra 2025: ipotesi taglio pensioni e detrazioni fiscali per il ceto medio

di Barbara Weisz

9 Settembre 2024 14:57

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In Legge di Bilancio 2025 il Governo studia un taglio alle detrazioni IRPEF per i redditi medio alti, stesso discorso per la rivalutazione delle pensoni.

La Manovra 2025 rischia di essere molto penalizzante per il ceto medio, tagliando le detrazioni e deduzioni fiscali oggi previste, fino al raggiungimento di un certo livello imponibile.

In base ad alcune indiscrezioni di stampa, il nuovo meccanismo, dopo la franchigia sperimentata nel 2024, potrebbe assorbire anche agevolazioni finora previste integralmente, come quelle sanitarie e gli interessi del mutuo.

Vediamo tutto.

Ipotesi taglio detrazioni fiscali oltre un certo reddito

Con la tax expenditure il Governo punta a risparmiare almeno 2 miliardi di euro, da destinare ad altre misure della Legge di Bilancio 2025. Finora erano sempre state salvate almeno le detrazioni maggiormente utilizzate, ma le ultime indiscrezioni di stampa non escludono interventi anche su detrazioni sanitarie e interessi del mutuo.

Quale che sia la decisione sulla selettività, il meccanismo in preparazione prevede l’abbassamento del tetto di reddito per applicare tutten le detrazioni fiscali, che attualmente si applicano integralmente fino a 120mila euro per poi ridursi gradualmente e azzerarsi per chi guadagna 240mila euro. Non ci sono tuttavia dettagli sulla nuova soglia a cui portare l’asticella.

Misure fiscali in Manovra 2025

Il capitolo Fisco sarà centrale in questa Manovra 2025. Sicuramente il Governo dovrà rifinanziare l’accorpamento dei primi scaglioni IRPEF anche per il 2025, per non tornare indietro sulla Riforma Fiscale. Anzi, potrebbe addirittura intraprendere nuovi passi sul percorso abbassando l’aliquota per il secondo scaglione, o comunque approvando nuove misure a favore del ceto medio.

Oltre alle misure relative all’IRPEF, si valuta anche l’allargamento della flat tax fino a 100mila euro. Questo è un punto caro alla Lega, partito di maggioranza, ma la misura è costosa e già negli anni scorsi è stata per questo accantonata.

Pacchetto Lavoro e nodo Pensioni

Altra certezza è la conferma del taglio del cuneo fiscale, al momento la misura più costosa fra quelle previste in vista della prossima Legge di Bilancio. Vale oltre 10 miliardi di quro, quqsi la metà dell’intera Legge di Bilancio 2025. Ci sono poi da confermare le misure per le imprese, come la deduzione del 120% sulle nuove assunzioni che aumentano l’organico e il welfare aziendale

Infine le pensioni, il capitolo più caldo dopo quello del Fisco. Il maggior rischio di penalizzazione riguarda i redditi medio-alti, in particolare sul fronte rivalutazione. Si parla di un nuovo stop all’indicizzazione, che resterebbe piena solo per i redditi medio bassi, e potrebbe addirittura azzerarsi per quelli più alti. In cambio, il Governo aumenterebbe le pensioni minime e finanzierebbe la proroga della flessibilità in uscita.

=> Stop alla pensione obbligatoria nel pubblico dal 2025

Trapelano infine nuovi dettagli sull’ipotesi di consentire il trattenimento in servizio dei dipendenti pubblici oltre i 65 o 67 anni. Il ministro della Funzione Pubblica, Paolo Zangrillo, ipotizza un trattenimento in servizio di circa tre anni, che quindi consentirebbe di restare al lavoro fino a 70 anni. Con un meccanismo in percentuale sul turnover, per esempio intorno al 10%. Quindi, ogni PA potrebbe trattenere in servizio un determinato numero di lavoratori, in rapporto  al ricambio, scegliendoli sulla base dell’adesione volontaria al trattenimento in servizio.