L’inflazione nell’Eurozona riprende a crescere, segnando un aumento tra giugno e luglio 2024. Secondo le ultime rilevazioni Eurostat, infatti, l’asticella della crescita è salita dal 2,5% di giugno al 2,6% di luglio, in controtendenza rispetto ai mesi precedenti.
Negli ultimi anni, di fatto, l’inflazione ha influenzato significativamente il potere d’acquisto dei cittadini, il costo della vita e le decisioni di politica monetaria. E nonostante un lento “rientro”, ancora non si vede la luce fuori dal tunnel.
Inflazione: i trend nei paesi dell’Eurozona
Eurostat ha messo in evidenza i vari aumenti dell’inflazione nei vari Stati UE, segnalando una crescita lieve in Germania e Francia e un incremento più marcato in Italia, dove si è passati da 0,9 a 1,6%. Solo in Spagna l’inflazione è scesa dal 3,6% al 2,9% tra giugno e luglio.
I tassi di inflazione annuale più bassi riguardano la Finlandia (0,5%), la Lettonia (0,8%) e la Danimarca (1%), mentre i più elevati sono quelli di Romania (5,8%), Belgio (5,4%) e Ungheria (4,1%).
L’andamento nei diversi settori
Per quanto riguarda i fattori responsabili dell’aumento dell’inflazione, l’Eurostat conferma le stime rese note in via preliminare collocando il contributo del settore dei servizi al primo posto, con un aumento pari a 1,82%.
Seguono i prodotti alimentari, gli alcolici e il tabacco con una crescita dello 0,45%, i beni industriali non energetici (+0,19%) e l’energia (+0,12%).
Perchè non scende ancora l’inflazione?
Tra i principali fattori che ancora influenzano l’inflazione nel nostro Paese ci sono prima di tutto i costi energetici ancora elevati, a causa a fluttuazioni nei prezzi del petrolio e del gas naturale che hanno avuto un impatto diretto sui costi di produzione e sui prezzi al consumo.
La ripresa economica post-pandemia ha poi stimolato una maggiore domanda di beni e servizi che non è mai del tutto rientrata a livelli standard, contribuendo a mantenere elevate le pressioni inflazionistiche.
Le decisioni del governo italiano e della Banca Centrale Europea (BCE) in risposta all’inflazione, come l’aumento dei tassi di interesse e le misure di austerità, stanno contrastando gli aumenti, ma con effetti collaterali non indifferenti per le tasche dei cittadini e la salute delle imprese, costrette a pagare lo scotto di un rincaro eccessivo del costo del denaro.
L’inflazione sta infatti avendo ancora forti conseguenze dirette sulla vita quotidiana degli italiani, dal rincaro dei beni alimentari e dei prodotti di base, all’aumento delle spese per servizi essenziali come l’energia e i trasporti.
Questo fenomeno solleva preoccupazioni per la sostenibilità economica, specialmente per le famiglie a basso reddito.