Mai come quest’anno sembra difficile fare previsioni sulla prossima manovra economica. A estate inoltrata, a poche settimane all’avvio del cantiere che entro il 20 settembre deve portare il Governo all’approvazione del Documento programmatico di bilancio, prevalgono le incertezze.
Sicuramente, saranno prorogati la Riforma IRPEF e il taglio del cuneo fiscale, ma per il resto i contorni della Legge di Bilancio 2025 sono del tutto indefiniti.
Manovra 2025: il nodo risorse
Il primo scoglio da superare è quello che riguarda le risorse a disposizione: in base ai calcoli dell’UPB (l’Ufficio Parlamentare di Bilancio) ci vogliono almeno 20 miliardi di euro, e il Governo questa volta non potrà spostare l’asticella del deficit per finanziare la manovra 2025, perché l’Italia è sotto osservazione UE.
I numeri sulla crescita non lasciano molti margini: l’esecutivo continua a stimare un progresso del PIL all’1% per fine anno: un dato superiore a quello di altri previsori ma che certo non libera fondi per la manovra. E come detto non sarà possibile far leva sul deficit sotto procedura europea.
Legge di Bilancio finanziabile con il CPB
Molte aspettative vengono riposte sui risultati del concordato preventivo biennale, che mira a far emergere base imponibile. Per stimolare le adesioni, l’esecutivo ha approvato un correttivo che introduce una flat tax sull’incremento di reddito. In pratica, siccome si chiede al contribuente un accordo su un imponibile, più alto dell’ultimo dichiarato, in cambio dell’assenza di controlli, si offre anche uno sconto fiscale sulla maggiorazione. I dati definitivi si avranno solo a fine ottobre, termine ultimo per la presentazione dei Modelli Redditi 2024 e per l’adesione al CPB. Già in settembre sarà con ogni probabilità possibile fotografare un trend più preciso di quello attuale.
Il tesoretto fiscale
Sembra che dalle entrate fiscali 2024 ci siano spazi per attingere, ma su questo tesoretto a disposizione frena lo stesso ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, secondo cui bisogna prima attendere tutti i dati e solo dopo fare i conti; «non è che uno arriva a 100 metri dal traguardo e dice ho vinto». «Aspettiamo la fine, perché quello è il momento della verità. Poi faremo le nostre valutazioni».
Il tesoretto fiscale vale finora circa 10 miliardi, che potrebbero raddoppiare per fine anno. Questa cifra, da sola, basterebbe per rifinanziare la Riforma IRPEF (ovvero il taglio degli scaglioni da quattro a tre), la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro dipendente e anche le politiche invariate.
Il taglio selettivo delle detrazioni fiscali
Non si parla invece di tagli alle spese per finanziare le nuove entrate. Al limite, di ulteriori interventi sulla fiscalità.
Il sottosegretario Federico Freni annuncia infatti possibili interventi sulle tax expenditure. Ma per ora sono solo intenzioni. Il riferimento è ad un’operazione selettiva: «non toccheremo certamente le detrazioni per spese mediche, casa e lavoro».
Qui aggiungiamo una precisazione fornita dallo stesso Giorgetti nel corso della conferenza stampa di presentazione del decreto correttivo fiscale di inizio agosto: non sarà ridotta l’aliquota agevolativa sulle ristrutturazioni edilizie.
Si è parlato nei mesi scorsi dell’ipotesi di tornare al 36% strutturale fino a un tetto di spesa di 48mila euro, ma in base a queste ultime dichiarazioni del ministero l’idea sembra essere scartata. Resta la detrazione fiscale al 50% fino a 96mila euro per gli interventi di ristrutturazione edilizia degli edifici.
Misure attese in Legge di Bilancio 2025
Provando a realizzare uno schema di massima per le misure attese e per quelle in forse nella Manovra 2025. Sul primo fronte, ossia fra le misure date per certe troviamo le seguenti:
- proroga della riforma IRPEF, con la riduzione a tre scaglioni anche per il 2025;
- proroga del taglio del cuneo fiscale sul lavoro dipendente, pari a 6 o 7 punti, rispettivamente fino a 25mila o 35mila euro di reddito;
- proroga delle detrazioni fiscali sulle ristrutturazioni edilizie ed il risparmio energetico.
Misure in forse
Non ci sono analoghe certezze su altre misure: incentivi alle assunzioni, welfare e premi di produzione, pensioni e flessibilità in uscita. Su quest’ultimo tema, Giorgetti ha precisato: «ciò che è stato fatto nell’ultima Legge di Bilancio era quello che era possibile relativamente al quadro di finanza pubblica, particolarmente complesso, ed eventuali nuovi interventi devono tenere conto della sostenibilità».
Traduzione: l’esecutivo Meloni cercherà di prorogare gli strumenti attuali come Quota 103, Opzione Donna e APE Sociale ma senza troppe certezze, visto che il nodo risorse può determinare significative modifiche.