Contro il rincaro dei prezzi spesso ingiustificato, la Commissione Europea ha avviato una consultazione pubblica per definire nuove strategie contro l’abuso di posizioni dominanti e comportamenti scorretti sul mercato e lesive della concorrenza.
Sotto la lente della UE ci sono in particolare i prezzi predatori, la compressione dei margini, gli accordi di esclusiva e il rifiuto di effettuare forniture.
Regole UE contro le posizioni lesive della concorrenza
Sono pratiche individuate nel documento approvato dall’esecutivo comunitario sul rispetto delle regole di concorrenza, in consultazione pubblica fino al 31 ottobre 2024.
Il testo applica l’articolo 102 del trattato sul funzionamento dell’UE (regole sulle posizioni dominanti lesive della concorrenza), che però stabilisce soltanto dei principi mentre ad oggi non ci sono regole applicative.
Le linee guida mirano a colmare questo vuoto normativo fornendo nuovi orientamenti e stabilendo principi applicabili alla valutazione delle posizioni dominanti individuali e collettive, utili a determinare se si configura un abuso. In particolare, viene prestata attenzione ai concetti di “concorrenza basata sul merito” e di “effetti di esclusione della concorrenza”.
I criteri base per stabilire una posizione dominante
Il principio di base è che la legislazioni UE non impedisce a un’impresa di avere una posizione dominante sul mercato, ma vieta invece comportamenti che rappresentino un abuso di questa posizione.
La concorrenza basata sul merito si riferisce a risultati economici, offerta ai consumatori di prodotti e servizi che possono essere vantaggiosi per il prezzo, la qualità, la possibilità di scelta. L’impresa può anche adottare comportamenti che tutelino i propri interessi commerciali.
Fra i comportamenti individuati che invece possono essere considerati lesivi della concorrenza: impegni in esclusiva, vendite abbinate e aggregate, rifiuti di fornitura, prezzi predatori, compressione dei margini. Non si tratta ovviamente di pratiche che in assoluto sono considerate scorrette, ma che lo possono essere se si configurano determinate caratteristiche, precisamente definite da specifici test giuridici.
Per esempio, nel caso dei prezzi predatori e della compressione dei margini, è necessario effettuare un test prezzo-costo al fine di stabilire se il comportamento di un’impresa dominante si discosta dalla concorrenza basata sui meriti. Atri fattori rilevanti per stabilire l’abuso di posizione dominante:
- impedire ai consumatori di esercitare la loro scelta in base ai meriti dei prodotti, compresa la qualità dei prodotti;
- fornire informazioni fuorvianti alle autorità amministrative o giudiziarie o ad altri organismi, oppure usi in modo abusivo le procedure normative al fine di impedire o rendere più difficile l’ingresso dei concorrenti nel mercato;
- violare norme in altri settori del diritto (ad esempio, la protezione dei dati), incidendo in tal modo su un importante parametro della concorrenza, quale il prezzo, la scelta, la qualità o l’innovazione;
trattamento distorto o discriminatorio che favorisce la stessa impresa dominante rispetto ai suoi concorrenti; - modifiche a un comportamento precedente in un modo considerato anormale o irragionevole alla luce delle circostanze di mercato, ad esempio mettendo fine in modo ingiustificato a un rapporto d’affari esistente;
- l’eventualità che un ipotetico concorrente altrettanto efficiente quanto l’impresa dominante non sarebbe in grado di adottare il medesimo comportamento, in particolare perché tale comportamento si basa sull’utilizzo di risorse o di mezzi propri al detentore di tale posizione dominante, in particolare per sfruttare o rafforzare tale posizione sul medesimo mercato o su un mercato diverso.
Altri principi delle linee guida
Le linee guida fissano infine principi su:
- concetto di benessere dei consumatori ai sensi del diritto dell’UE, anche in relazione agli abusi volti ad escludere la concorrenza;
- elementi di prova necessari per poter dimostrare che un comportamento è in grado di produrre effetti di esclusione. Il progetto individua le categorie di comportamenti per i quali è necessario dimostrare la capacità di produrre effetti di esclusione della concorrenza, e quelle che hanno elevate probabilità di determinare effetti di esclusione della concorrenza e restrizioni manifeste (naked restrictions) che, per loro stessa natura, comportano effetti di esclusione della concorrenza;
- criterio giuridico sostanziale per stabilire la capacità di un comportamento di produrre effetti di esclusione della concorrenza;
- comportamenti soggetti a un test giuridico specifico stabilito dalla giurisprudenza dell’UE (ad esempio, accordi di esclusiva, vendite abbinate e aggregate, rifiuto di effettuare forniture, prezzi predatori e compressione dei margini);
- comportamenti non soggetti a un test giuridico specifico (ad esempio, sconti condizionati, sconti su più prodotti, autoagevolazione e restrizioni all’accesso);
- principi generali applicabili alla valutazione delle giustificazioni oggettive che l’impresa dominante può invocare.
Come funziona la consultazione pubblica
La consultazione pubblica è online fino al 31 ottobre 2024. Possono inviare le proprie considerazioni semplici cittadini, organizzazione, enti pubblici. E’ possibile contrassegnarle come riservate, e in tal caso non saranno pubblicate, come invece avviene di norma.
Il progetto di linee guida sugli abusi di esclusione, in base al timing previsto, sarà completato entro la fine del 2025.