Salgono i dazi doganali sull’importazione in Europa di auto elettriche cinesi: da venerdì 5 luglio diventano effettive le nuove barriere all’ingresso per i veicoli ad alimentazione elettrica, in aggiunta al 10% già applicato e differenziate per produttore.
Si arriva fino al 48,6%, aumentando quindi sensibilmente il costo finale del veicolo. I dazi doganali appena annunciati sono comunque provvisori, mentre quelli definitivi saranno stabiliti a fine ottobre.
Servono a controbilanciare i sussidi statali incassati dai produttori cinesi e ritenuti lesivi della concorrenza rispetto ai produttori europei.
I dazi provvisori per ogni casa automobilistica cinese
Il costo più salato è il 37,6% previsto per Saic; segue Geely al 19,9% e infine Byd che pagherà un ulteriore 17,4%.
Tutti gli altri produttori scontano due aliquote, pari al 20,8% o al 37,6%, a seconda che abbiano collaborato o meno all’indagine UE antidumping.
Infine c’è il caso di Tesla, che produce BEV in Cina e potrebbe ricevere un’aliquota di dazio calcolata individualmente nella fase definitiva.
Qualsiasi altra azienda che produce in Cina non selezionata nel campione finale che desideri che la sua situazione particolare venga esaminata può chiedere una revisione accelerata, in linea con il regolamento antisovvenzioni di base, subito dopo l’imposizione di misure definitive.
La revisione al ribasso dopo l’annuncio di metà giugno
Rispetto a quanto comunicato dalla stessa commissione lo scorso 12 giugno, i dazi sono stati leggermente rivisti, dopo i negoziati proseguiti nelle ultime settimane fra il vicepresidente esecutivo Valdis Dombrovskis e il ministro del Commercio cinese Wang Wentao. I contatti proseguono a livello tecnico al fine di raggiungere una soluzione che affronti adeguatamente le preoccupazioni sollevate dall’Unione Europea dimostrandosi efficace in quelle che la Ue definisce «forme dannose di sovvenzione identificate».
L’indagine UE antidumping che ha portato ai dazi
L’indagine anti dumping europea che ha portato alla definizione di questi dazi è partita nel settembre del 2023, basata sul «recente e rapido aumento delle esportazioni a basso prezzo di veicoli elettrici provenienti dalla Cina verso l’UE», come si legge nel comunicato ufficiale della Commissione.
La procedura continua, con gli Stati membri chiamati a votare sulle misure provvisorie.
Intanto le case automobilistiche possono richiedere audizioni con i servizi della Commissione entro 5 giorni dall’entrata in vigore delle misure provvisorie e fornire osservazioni entro 15 giorni. Dopo aver preso in considerazione le osservazioni delle parti interessate, la Commissione divulgherà una proposta di misure definitive, e concederà alle parti 10 giorni di tempo per presentare osservazioni. Anche la decisione definitiva sui dazi sarà sottoposta a determinazione finale degli Stati membri.