Approvato in Consiglio dei Ministri un nuovo decreto legge sulle materie prime critiche, con cui il Governo italiano adegua la normativa nazionale sul settore minerario agli obiettivi e agli standard europei previsti dal CRM Act, ossia al Regolamento UE in materia (Critical Raw Materials Act) per la transizione digitale e green in questo ambito.
Vediamo cosa prevede.
Gli obiettivi del DL Materie Prime critiche
Innanzitutto, il DL Materie prime critiche si pone i seguenti obiettivi strategici.
- Promuovere la transizione digitale e verde: investire in infrastrutture che necessitano di materie prime specifiche per supportare le transizioni digitale e green dell’industria nazionale.
- Garantire sicurezza nell’approvvigionamento: la pandemia, la guerra in Ucraina e recenti dazi su materie prime come gallio, germanio e grafite evidenziano l’urgenza di garantire un approvvigionamento sicuro.
- Rispettare i principi ambientali: incentivare l’estrazione, la raffinazione e il riciclo in UE per tutelare maggiormente i principi ambientali unionali.
Il tutto, in linea con gli obiettivi del CRM Act
Un approccio sistemico all’approvvigionamento
Il provvedimento introduce un approccio sistemico all’approvvigionamento di materie prime strategiche, con l’obiettivo di analizzare la domanda e i fabbisogni del Paese (attraverso nuove metodologie di monitoraggio della supply chain in tempo reale) e incentivarne l’offerta.
Avviato anche un Programma Nazionale di Esplorazione, rafforzato il Fondo Nazionale per il Made in Italy e semplificate le procedure autorizzative.
Procedure semplificate e progetti strategici
Il decreto punta infatti a rilanciare il settore minerario italiano con il rilascio più veloce delle autorizzazioni legate ai progetti strategici.
Per essere definito “strategico”, un progetto deve essere validato dalla Commissione Europea. Una volta ottenuto il riconoscimento UE, sarà lo Stato a rilasciare le autorizzazioni necessarie, con tempistiche coerenti e migliorative rispetto a quelle previste nel regolamento europeo.
La nuova normativa stabilisce che spetti allo Stato il rilascio dei titoli abilitativi o autorizzatori.
- Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) è l’amministrazione competente per ogni titolo relativo all’estrazione e alle autorizzazioni al riciclo di materie prime critiche strategiche, con una durata massima delle procedure rispettivamente di 18 e 10 mesi.
- Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) gestisce invece la procedura autorizzativa relativa alla trasformazione di materie prime critiche strategiche, per una durata massima di 10 mesi.
Introduzione delle royalties
Il provvedimento introduce un nuovo sistema di “royalties” per le concessioni minerarie di progetti strategici, che saranno corrisposte annualmente in favore dello Stato e della Regione interessata per progetti su terraferma.
Monitoraggio e comitati tecnici
Il DL prevede l’istituzione di un Comitato tecnico permanente per le materie prime critiche e strategiche presso il MIMIT, incaricato del monitoraggio delle catene di approvvigionamento e della predisposizione di un Piano Nazionale delle materie prime critiche.
Sono stati individuati tre “punti unici di contatto“: due presso il MASE per la presentazione delle istanze relative a progetti di estrazione e riciclo, e uno presso il MIMIT per la trasformazione.
Registro nazionale e programma di esplorazione
Il MIMIT dovrà analizzare i fabbisogni, monitorare le catene del valore ed eseguire eventuali prove di stress. Sarà realizzato, in linea con il regolamento, il Registro Nazionale delle aziende e delle catene del valore strategiche per individuare le grandi imprese che operano sul territorio nazionale e utilizzano materie prime strategiche in settori cruciali quali batterie, aeromobili, dispositivi elettronici mobili, robotica, produzione di energia rinnovabile e semiconduttori.
Nasce infine un Programma di Esplorazione Nazionale delle materie prime critiche, promosso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), che dovrà essere avviato entro il 24 maggio 2025 e sottoposto a riesame quinquennale come previsto dal Critical Raw Materials Act.