La detrazione per le spese del Superbonus, Sismabonus e Bonus abbattimento barriere architettoniche si spalma su dieci anni,a partire dall’inizio del 2024 e si riduce dal 2028 l’aliquota di agevolazione del Bonus Ristrutturazioni, mentre si vietano alcune compensazioni orizzontali per le banche e le assicurazioni che acquistano dei crediti edilizi.
Sono le tre novità sui bonus edilizi approvate in Commissione Finanze al Senato in sede di conversione del Decreto Taglia Crediti (ribattezzato anche DL Superbonus o Salva Conti), approvato con fiducia in Aula e passato alla Camera.
Il provvedimento, per il quale il governo ha chiesto e ottenuto il voto di fiducia, passa ora alla Camera.
Vediamo esattamente come cambia il testo del DL 39/2024 dopo il braccio di ferro tra il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti e i titolare degli Esteri, Antonio Tajani, critico sulla retroattività della norma.
Tutti i bonus edilizi detratti in 10 anni
In primo luogo, a partire dalle spese 2024, la detrazione IRPEF per tutti i bonus edilizi si divide in dieci quote annuali di pari importo, e non più in quattro o in cinque come da legislazione attuale in relazione alle diverse agevolazioni fiscali. La nuova norma spalmacrediti si applica dunque a Superbonus, Sismabonus e Bonus barriere architettoniche, che si uniformano agli altri bonus.
A chi si applica la norma spalmacrediti
L’obbligo di detrazione in 10 anni si applica anche a coloro che hanno già iniziato ad effettuare lavori edilizi nei primi mesi dell’anno.
Non si applica invece ai crediti d’imposta da cessione o sconto in fattura, che continuano ad essere ripartiti in 4 rate nel caso del Superbonus, o 5 rate nel caso di Sismabonus e beneficio sull’abbattimento delle barriere architettoniche.
Detrazione in 6 quote annuali per intermediari che hanno acquistato i crediti a un corrispettivo inferiore al 75%. Questa regola però si applica dal 2025, per i crediti generati a partire dal maggio 2022.
Bonus Ristrutturazioni al 30% dal 2028
Tra le misure destinate ad avere il maggiore impatto c’è il taglio del Bonus Ristrutturazioni attualmente al 50% su un tetto di spesa di 96mila euro: la detrazione IRPEF si applica in tale misura da diversi anni, in virtù di una proroga concessa di anno in anno in Legge di Bilancio.
A livello strutturale, invece, l’agevolazione sarebbe prevista al 36%. Ebbene, il Governo Meloni ha deciso di scendere ancora, tagliando al 30% l’agevolazione per il recupero del patrimonio edilizio esistente, dal 2028 al 2033.
Non si esclude che possa essere una sorta di “mossa di avvicinamento” a una riduzione dell’agevolazione con la prossima Manovra Economica 2025: senza la consueta proroga, infatti, si torna al 36% ordinario fino a un massimo di spesa di 48mila euro.
Stop cessione crediti per rate residue
Nel testo della legge di conversione del DL 39/2024 c’è anche uno stop alla possibilità di cedere crediti in relazione a rate residue di agevolazioni edilizie su cui il contribuente ha già portato in detrazione almeno una rata.
Questo vincolo riguarda tutte le agevolazioni edilizie, dunque anche il Bonus Ristrutturazioni al 50% e l’Ecobonus Casa al 65%.
Stretta sulle compensazioni delle banche
Resta il giro di vite anche sulle compensazioni orizzontali di banche e assicurazioni che hanno acquistato i crediti edilizi.
Dal 2025, non potranno più effettuarle per pagare contributi, versamenti previdenziali ed assistenziali per i dipendenti né premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Contributo Superbonus ai terremotati
Il decreto introduce un contributo per il Superbonus su immobili danneggiati da terremoti successivi al 1° aprile 2009, escludendo gli eventi sismici in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Si finanzia con un fondo da 35 milioni di euro per il 2025, con un decreto ministeriale che fornirà le indicazioni su quantificazione e regole di domanda.
Altre norme del decreto
Un altro tema dibattuto è quello della Sugar Tax e della Plastic Tax. Alla fine si è trovato un compromesso: l’imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate scatterà da luglio 2025, quella sui manufatti monouso in plastica dal primo luglio 2026.
Queste novità si inseriscono nel decreto che, lo ricordiamo, prevede fra le altre cose la stretta su cessione dei crediti e sconto in fattura, eliminato praticamente anche in tutte le ipotesi che ancora lo prevedevano.
Anche in questo caso c’è un elemento di retroattività, perché lo stop alle cessioni si applica anche a chi aveva presentato la CILA entro il 17 febbraio del 2023, e quindi si era salvato dalla stretta del decreto dello scorso anno sulle cessioni ma non aveva poi effettuato e pagato almeno una parte dei lavori al 30 marzo 2024.