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Superbonus, la detrazione in dieci anni resta retroattiva

di Anna Fabi

15 Maggio 2024 06:54

Sfuma l'accordo sulla stretta al Superbonus: detrazione in dieci anni per i lavori a partire dal 1° gennaio 2024 e nuova stretta sugli altri bonus edilizi.

Le spese per i lavori con Superbonus daranno diritto a detrazione in dieci anni, e non più quattro, confermando anche la retroattività dal 1° gennaio 2024: la commissione Finanze del Senato ha approvato l’emendamento di Governo, firmato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Bocciato invece il subemendamento di Forza Italia, che chiedeva di posticiparne l’applicazione al momento dell’entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Superbonus (il DL 39/2024 Salva Conti).

Fumata nera, dunque, sul tentativo di mediazione in seno alla maggioranza sulla nuova stretta alle agevolazioni edilizie, prevalendo l’esigenza di contenere la spesa rispetto a quella di non penalizzare gli investimenti già avviati.

Superbonus con detrazione decennale

«Stiamo lavorando con i nostri uffici legislativi per presentare modifiche» aveva dichiarato il portavoce di Forza Italia, Raffaele Nevi. Poi in serata in voto in Commissione, con il no al subemendamento FI e l’approvazione dell’emendamento MEF.

Il correttivo contiene le nuove restrizioni sull’applicazione delle agevolazioni edilizie. Prevede che la detrazione si rateizzi in dieci quote annuali di pari importo per tutte le spese sostenute nel 2024, determinando una sorta di retroattività della norma ai limiti dell’incostituzionale, come lamentano le associazioni di categoria, sollevando peraltro molte critiche, anche all’interno della stessa maggioranza.

Il Superbonus attualmente consiste in una detrazione del 70% sui lavori edilizi, che si ripartisce in quattro quote annuali. L’emendamento contestato invece, obbligherebbe a spalmarla su dieci anni.

Stretta su tutti i bonus edilizi

La detrazione decennale non riguarda solo il Superbonus ma anche i lavori agevolati con bonus barriere architettoniche al 75% e Sismabonus. L’obiettivo è quello di mitigare il più possibile l’impatto sui conti pubblici: la detrazione più lunga comporta per l’erario una minor spesa annuale.

Per i contribuenti potrebbe essere conveniente nei casi in cui non c’è sufficiente capienza fiscale per applicarla in quattro quote annuali. Viceversa, non conviene a chi invece pur avendo spazio per la diluizione su quattro anni dovrà invece spalmare le agevolazioni su un periodo di tempo più lungo.

Giro di vite su compensazioni banche e assicurazioni

Ci sono poi ulteriori disposizioni contenute nello stesso emendamento Giorgetti che in realtà hanno provocato anche in questo caso aspre critiche, e su cui non è chiaro alla fine quali decisioni saranno prese.

Ad esempio, viene ristretto il campo delle compensazioni orizzontali per banche e assicurazioni che hanno acquistato i crediti. Dal 2025, non potrebbero più utilizzarli per pagare i contributi previdenziali.

E, sempre dal 2025, le rate annuali dei crediti d’imposta acquistati relativi a Superbonus, Sismabonus e abbattimento barriere architettoniche, dovranno essere ripartite in sei rate annuali di pari importo, ad eccezione le rate acquistate a un corrispettivo pari o superiore al 75% dell’importo delle corrispondenti detrazioni.

Entrata in vigore dei correttivi

Il testo di conversione del Decreto Superbonus sarà approvato in Aula al Senato entro questa settimana per poi passare alla Camera.

Alla fine dell’iter parlamentare, potrbbe contenere non soltanto una rivisitazione della detrazione per i lavori con Superbonus ma anche una stretta generale su tutti i bonus edilizi, per i quali si attende nei prossimi anni un forte giro di vite, anche per quanto concerne le aliquote di sconto IRPEF applicabili oltre alla detrazione decennale.