La riforma delle detrazioni edilizie potrebbe risopondere al doppio scopo di introdurre incentivi per la riqualificazione degli edifici residenziali imposti dalla nuova Direttiva UE sulle Case Green e adeguare il Superbonus e gli altri bonus casa per evitare possibili abusi e contenere la spesa pubblica.
Le nuove ipotesi allo studio prendono le mosse dall’allarme dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio (UPB) in audizione sull’ultimo decreto di Governo che ha tagliato in modo quasi definitivo lo strumento della cessione del credito e dello sconto in fattura.
Riforma bonus edilizi e direttiva Case Green
La soluzione suggerita è quella di trasformare gli attuali crediti d’imposta in trasferimenti monetari (ossia in contributi diretti alla spesa), concessi solo du domanda e rimodulati in base alla capacità reddituale dei beneficiari. Tradotto: sussidi (o magari prestiti agevolati) più consistenti alle famiglie a basso reddito.
Le risorse pubbliche potrebbero essere orientate con priorità alla riqualificazione degli immobili nelle peggiori condizioni di efficienza, quantificandole in modo differenziato in base alla classe energetica dell’edificio, alle autorizzazioni preventive necessarie e comunque sempre entro limiti di spesa ben precisi.
Incentivi per i lavori Case Green
Per rispettare gli obiettivi della Direttiva EPDB (Energy Performance of Building Directive, ossia la cosiddetta Direttiva Case Green), inoltre, si potrebbero introdurre detrazioni specifiche ed un sistema di contributi diretti (sovvenzioni) dello Stato per i redditi bassi.
La nuova direttiva introduce infatti il “passaporto di ristrutturazione” digitale , per pianificare gli interventi verso l’azzeramento delle emissioni.Un progetto che può costare fino a 60mila euro per singola unità immobiliare.
Oltre agli interventi da realizzare, tra l’altro, sarebbe necessario anche sostenere le famiglie in difficoltà che dovranno conformarsi, come tutti, ai nuovi obblighi imposti dalla Direttiva in materia di rilascio degli attestati di prestazione energetica.
Costi aggiuntivi per la nuova A.P.E.
La Certificazione A.P.E. dovrà infatti rinnovarsi, per allinearsi ai nuovi standard. Gli Stati membri devono prevedere una certificazione degli edifici che, nell’assegnazione delle classi, tenga conto degli obiettivi di prestazione energrtica previsti dalla normativa. Accanto alle classi già esistenti si aggiungerà infatti anche la nuova classe A0 per gli edifici ZemB (Zero emission Building).
La nuova A.P.E. dovrà essere rilasciata per:
- edifici o unità immobiliari di nuova costruzione, quelli sottoposti a ristrutturazione profonda, vendita e nuova (o rinnovata) locazione nonché in caso di rinegoziazione del mutuo;
- edifici di proprietà pubblica o occupati da enti pubblici.
Nei casi in cui sarà obbligatorio farsi rilasciare il documento, quindi, anche in questo caso si tratterà di mettere mano al portafoglio.
Deroghe al Decreto Superbonus
Per tutelare gli esodati del Superbonus dopo l’ennesima stretta imposta dal Governo, sono allo studio alcune deroghe.
In particolare, destinate a tutte le aree colpite da terremoti e disastri climatici, senza dunque limitarsi al solo cratere sismico del Centro Italia degli anni scorsi. In pratica, si chiede l’estensione della cessione del credito anche per i cantieri legati ad esempio alla ricostruzione dopo le alluzioni in Emilia Romagna. Emendamenti presentati in questo senso anche a favore del Terzo settore.
Allo studio anche la possibilità di allungare a 10 anni i tempi di utilizzo dei crediti d’imposta del Superbonus, ipotesi su cui sembra favorevole sia il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sia l’UPB.
A compensare gli allentamenti sarebbero i maggiori controlli.
Si pensa infatti ad introdurre la possibilità di ispezioni operate da parte dei Comuni presso i cantieri del Superbonus, garantendo loro il 30% di quanto sarebbe eventualmente recuperato dall’accertamento di un illecito.
Il termine per depositare le richieste di correttivi al decreto è fissato per mercoledì 24 aprile.
Criticità del DL n. 39/2024 da correggere
Dalle audizioni delle associazioni di settore tenutesi in commissione al Senato nei giorni scorsi sono emersi diverse criticità di natura tecnica, per le quali si richiede un intervento:
- per la scadenza del 30 marz 2024 ai fini del blocco dei cantieri laddove non risultassero pagamenti già effettuati a fronte di CILAS presentate nei termini di legge, si chiede la proroga al 30 settembre, almeno per tutelare i piccoli cantieri che per semplificare la contabilità avevano avviato i cantieri rimandando l’emissione dell’unico SAL a fine lavori;
- per lo stop alle cessioni del credito, si chiede la deroga per IACP ed Enti del Terzo Settore, con la stessa richiesta per gli interventi già avviati ma senza ancora fatture emesse per il bonus 75% (eliminazione barriere architettoniche);
- per il divieto di remissione in bonis si chiede un ripensamento per tutelare gli errori commessi in buona fede.