La Banca d’Italia ha rilasciato nuove previsioni economiche, confermando quelle sul PIL e rivedendo l’inflazione in diminuzione all’1,3% nel 2024.
A marzo l’Istat ha rilevato una temporanea accelerazione, causata da un rallentamento della flessione dei prezzi energetici, ma la tendenza è al ribasso e le stime per il prossimo biennio sono relativamente positive.
Vediamo i numeri in dettaglio.
Nel prossimo biennio più crescita e inflazione sotto il 2%
Nello scenario di base del quadro previsionale proposto dalla Banca d’Italia nel bollettino economico di aprile, il PIL è visto in aumento dello 0,6% nel 2024 (dello 0,8% se si esclude la correzione per le giornate lavorative), dell’1% nel 2025 e dell’1,2% nel 2026, grazie alla ripresa dei redditi e della domanda estera.
Quest’anno l’inflazione è data in calo all’1,3% per poi risalire all’1,7% nel 2025 e nel 2026. L’inflazione di fondo si colloca al 2% nella media annua, scendendo all’1,7%.
Inflazione in calo: stime ottimistiche
Il bollettino di Bankitalia prevede dunque per il 2024 un frenata dell’inflazione, influenzata principalmente dalla componente energetica. Le previsioni per il 2025-2026 indicano un tasso di inflazione del 1,7%.
Vero è che marzo 2024 ha registrato un’accelerazione dell’inflazione in Italia, con l’indice dei prezzi al consumo salito dell’1,2%. Questo aumento, però, è stato principalmente causato dall’attenuazione della flessione dei prezzi energetici e, in misura minore, dei servizi di trasporto.
Al contrario, i prezzi di beni alimentari e tabacchi hanno rallentato la loro corsa.
Nel primo trimestre l’inflazione al consumo è rimasta contenuta e quella di fondo è diminuita. Nonostante le tensioni geopolitiche, si è confermato il trend sulla discesa dei prezzi dei beni intermedi.
PIL con meno rischi: crescita al riparo
La Banca d’Italia evidenzia che i rischi per la crescita sono orientati al ribasso ma restano le incertezze legate ad una restrizione monetaria potenzialmente più accentuata del previsto, alla marcata riduzione degli incentivi al settore edile e al persistere della debolezza del commercio mondiale.
I rischi sull’inflazione, tuttavia, sono considerati bilanciati.
Il nodo crisi nel Mar Rosso
Un elemento di preoccupazione riguarda lo scenario conflittuale nel Mar Rosso, che potrebbe portare a forti pressioni inflazionistiche in Europa a causa dell’aumento dei costi del trasporto marittimo.
Tuttavia, Bankitalia ritiene che questo rischio sia attualmente molto limitato, prevedendo un aumento dell’inflazione al consumo nell’area dell’euro di massimo 0,3 punti percentuali, anche in uno scenario particolarmente pessimistico.