La BCE taglia i tassi di interesse a giugno, Lagarde conferma

di Barbara Weisz

20 Marzo 2024 14:10

Inversione di politica monetaria da giugno ma senza certezze sul percorso di riduzione dopo il primo taglio: le dichiarazioni della presidente BCE.

La presidente della BCE (Banca Centrale Europea), Christine Lagarde ha confermato che a giugno dovrebbe ripartire il tanto atteso taglio dei tassi d’interesse, che al momento sono rispettivamente al 4,5% (operazioni di rifinanziamento principale), al 4,75% (rifinanziamento marginale) e al 4% (depositi).

La riduzione del costo del denaro dunque ci sarà davvero ma la fase ribassista rimarrà all’insegna della prudenza.

Vediamo come e perché.

Taglio dei tassi BCE confermato a giugno

Lagarde ha rilasciato queste dichiarazioni alla conferenza annuale “The ECB and its Watchers” organizzata dall’Università Goethe di Francoforte.

«Ci sarà un periodo nel quale dovremo continuamente confermare che i dati supportano le prospettive d’inflazione», ha precisato Lagarde. Quindi, per essere chiari, dopo giugno è tutto da vedere.

Restano infatti elevate le incognite legate all’inflazione, pertanto l’attenzione permarrà altissima sulle dinamiche economiche, con le decisioni di politica monetaria ancorate all’andamento dei macro-dati.

Resta lo spettro di nuovi rialzi sul costo del denaro

«Anche dopo il primo abbassamento dei tassi non possiamo vincolarci a un determinato percorso di riduzione», perché tutto dipende dall’andamento dell’inflazione, e non solo.

Sono tre i parametri essenziali che i banchieri centrali tengono d’occhio:

  • crescita delle retribuzioni, perché «con una disoccupazione attesa molto bassa, al 6,6%, la dinamica salariale non può essere data per scontata»;
  • utili delle aziende, che se dovessero salire in modo più consistente rispetto alle stime BCE, metterebbero a rischio il percorso virtuoso intrapreso sull’inflazione (che rischierebbe di restare sopra il 2% fino alla fine del 2026);
  • produttività delle imprese, che nel caso in cui non riuscisse ad agganciare la ripresa della domanda rischierebbe di provocare tensioni inflazionistiche.

Risultato: «Le nostre decisioni dovranno continuare a fondarsi sui dati ed essere definite di volta in volta a ogni riunione, sulla scorta delle nuove informazioni disponibili».

In pratica, il taglio di giugno si conferma praticamente certo m le mosse successive dipenderanno dal modo in cui continuerà ad evolversi la dinamica dei prezzi.