Rallenta la crescita dei salari in Europa, che crescono ma con una dinamica che non sembra presentare rischi per l’inflazione. Tuttavia c’è ancora incertezza sulle prossime mosse di politica monetaria della BCE.
Il dato sui salari offre infatti una misura rassicuante sul rischio di spirale inflattiva al rialzo salari-prezzi, ma per il taglio dei tassi non sembrano esserci al momento sentiment univoci sulle tempistiche.
L’impatto dei salari sull’inflazione
Nell’ultimo trimestre 2023 i salari nell’Eurozona sono saliti mediamente del 4,5%, con un rallentamento rispetto al 4,7% del periodo luglio-settembre. Questo rassicura i mercati in termini di impatto sull’inflazione, nel senso che si allontanano i rischi di una spirale al rialzo salari-prezzi.
E’ un elemento fondamentale sul fronte delle politiche monetarie, perché l’inflazione resta il riferimento fondamentale in base al quale la Banca Centrale Europea prende le decisioni sul taglio dei tassi d’interesse sul costo del denaro.
L’obiettivo resta quello di riportare l’inflazione sotto il 2%. Per il momento ritenendo stabile questo indicatore, Francoforte ha interrotto la lunga serie di rialzi, ma non ci sono indicazioni sull’inizio di una nuova fase ribassista.
Taglio dei tassi d’interesse: probabile da giugno
I mercati attendono con ansia che la BCE inizi a tagliare i tassi di interesse, e la frenata del rialzo del salari è in questo senso una notizia positiva, ma resta comunque prudenza sulle tempistiche.
E’ possibile ipotizzare un primo taglio dei tassi già nel prossimo mese di aprile? E’ più probabile che l’istituto guidato da Christine Lagarde aspetti fino a giugno, quando fra l’altro ci saranno non solo nuovi elementi sull’inflazione ma anche i dati sulla dinamica dei salari nel primo trimestre del 2024? Per il momento, non ci sono risposte a queste domande.
Si possono però sottolineare gli elementi certi: i dati macroeconomici non evidenziano il rischio di spirale inflazionistica, e come abbiamo visto, questa è una buona notizia.
D’altro canto, la BCE è tradizionalmente prudente sul taglio dei tassi, e in questa situazione farà particolarmente attenzione a non innescare troppo velocemente una dinamica espansiva che potrebbe allontanare l’obiettivo fondamentale: riportare l’inflazione sotto il 2%.
Al momento, i segnali che arrivano dall’economia indicano che il target è raggiungibile, un’inversione di tendenza potrebbe invece allontanarlo.