La BCE ha lasciato invariati i tassi d’interesse, per la terza volta consecutiva ma i mercati restano prudenti in attesa di una possibile riduzione del costo del denaro.
Nel frattempo l’economia reale imcamera finalmente la nuova politica monetaria con gli interessi sui mutui che finalmente scendono. Soprattuto il tasso fisso, che da ottobre in media ha segnato una riduzione di 73 punti base. Vediamo tutto.
Tassi BCE: fermi con prudenza
Nella riunione del 25 gennaio, il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso di mantenere invariati i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, che quindi restano al 4,5%, 4,75% e 4%.
Francoforte ritiene questi livelli siano adeguati per riportare l’inflazione sotto il % ma resta fermo l’invito alla prudenza di Christine Lagarde rivolto ai mercati: di fatto, non ci sono annunci di prossimi tagli e la BCE resta attenta osservatrice delle dinamiche geopolitiche e del loro impatto sui dati macro-economici.
Le future decisioni del Consiglio direttivo garantiranno che i suoi tassi ufficiali saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario.
Confermata nel frattempo la precedente valutazione delle prospettive di inflazione a medio termine.
A parte un effetto base al rialzo sull’inflazione complessiva, legato all’energia, la tendenza al ribasso dell’inflazione di fondo è continuata e i passati aumenti dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con forza nelle condizioni di finanziamento. Le rigide condizioni di finanziamento stanno frenando la domanda e ciò sta contribuendo a spingere verso il basso l’inflazione.
Le prossime decisioni sui tassi si baseranno sui futuri dati economici e finanziari e sulla dinamica dell’inflazione di fondo.
Impatto scarso sui mutui variabili
La Federal Reserve a dicembre aveva annunciato la riduzione dei tassi, ma la complessità del quadro economico potrebbe far slittare gli interventi di espansione monetaria nella area dollaro, condizionando anche le scelte della BCE. Secondo Alessio Santarelli, Direttore Generale di Gruppo MutuiOnline:
dato il forte rallentamento delle principali economie europee ci aspettiamo che la BCE interverrà riducendo i tassi entro la fine del primo semestre 2024.
Nel frattempo l’allentamento di politica monetaria si sta trasmettendo all’economia reale, tanto che oggi nel mercato dei mutui c’è un cauto ottimismo, come riporta Santarelli:
il miglior tasso fisso su un mutuo a 20 anni si attesta al 2,7% e le surroghe tornano a essere convenienti, permettendo di risparmiare fino a 15mila euro su un mutuo da 120mila euro a 25 anni.
Sono scesi soprattutto i tassi medi fissi, da ottobre sono passati dal 4,08% al 3,35% (- 73 punti base). Sul mercato ci sono tassi anche più convenienti, al 3,10%, e al 2,7% per i mutui green.
Per i tassi variabili la situazione è meno interessante ma in divenire: il miglior tasso variabile, decisamente più costoso del tasso fisso, si attesta sul 4,71%.
Considerando le tempistiche degli analisti per la riduzione dei tassi (i forward dell’Euribor prevedono una diminuzione di circa 150 punti base in 12 mesi), Mutuionline consiglia al momento il tasso fisso, sia per la sicurezza sia per la convenienza.
Tasso fisso in calo: corsa alla surroga
Per quanto riguarda l’andamento del mercato, le richieste di mutuo a tasso variabile in questa prima parte del 2024 rappresentano il 2,6% del totale, contro il 96,2% del tasso fisso. Rispetto all’ultimo trimestre 2023, gli importi medi richiesti sono aumentati dell’8,3%, passando da 129mila 851 euro a 140mila 692, e si registra una leggera diminuzione del reddito medio dei richiedenti (da 2mila 968 a 2mila913 euro).
Un altro dato: in queste prime settimane del 2024 è tornato l’interesse verso le surroghe, la diminuzione dei tassi d’interesse ha innescato un nuovo slancio tra chi ha sottoscritto un mutuo nell’ultimo anno e mezzo e cerca di sostituire il proprio tasso variabile. Un esempio: immaginiamo un capitale residuo del mutuo di 120mila euro, con un tasso del 4,20%, rata mensile di 679 euro e ancora 23 anni da pagare. Allungando il mutuo a 25 anni, e passando a un tasso fisso del 3,1%, la nuova rata sarebbe di oltre 100 euro inferiore (575 euro al mese) e si risparmierebbero 15mila euro in interessi.
In base ai dati dell’Osservatorio di MutuiOnline.it, il 96,9% delle richieste di surroga sono indirizzate verso un tasso fisso, una scelta comprensibile considerando che il variabile, a causa del persistente costo del denaro elevato, non ha ancora avviato una discesa significativa.
Rispetto all’ultimo trimestre dello scorso anno, c’è un aumento significativo delle richieste di surroga con una durata oltre i 30 anni (dal 19,3% al 28,8% del mix) e un incremento del 16,5% dell’importo medio richiesto, che passa da 128.800 a 150.054.
Si osserva inoltre un aumento delle richieste di surroga da parte degli under 36, tutti segnali che evidenziano un fermento nel mercato.