La Banca d’Italia, nel Bollettino economico di gennaio 2024, prevede una dinamica modesta per lo scambio di merci e servizi nell’anno in corso. Ad incidere negativamente sono anche i recenti attacchi al traffico navale nel Mar Rosso, che producono un impatto diretto anche per l’economia italiana.
Vediamo quali sono i settori più colpiti e le stime per i prossimi mesi.
Ostilità nel Mar Rosso: i rischi per l’economia italiana
A partire dalla seconda metà di novembre, a causa delle ostilità tra Israele e Hamas, le milizie Huthi che controllano una parte dello Yemen hanno attaccato alcune navi mercantili nello stretto di Bab el-Mandeb, all’imbocco del Mar Rosso.
Questo passaggio è fondamentale per il commercio globale, con circa il 12% del commercio mondiale che vi transita attraverso.
L’effetto sui traffici è stato immediato: nella seconda metà di dicembre 2023 i volumi in transito nello stretto risultavano inferiori del 40% su base annua.
I crescenti rischi per la sicurezza degli equipaggi e del carico, infatti, hanno spinto le principali compagnie di trasporto a deviare il traffico navale sulla rotta più lunga che circumnaviga il continente africano.
Crisi navale: impatto sulle importazioni
La crisi del Mar Rosso rappresenta una grave minaccia per le importazioni italiane, con un impatto significativo su molti comparti ma soprattutto sulla filiera del tessile e della moda.
Il canale di Suez, attraverso il quale transita quasi il 16% delle importazioni italiane in termini di valore, è il principale percorso di transito per le merci provenienti dalla Cina, dalle altre economie dell’Asia orientale e dai paesi del Golfo Persico, fornitori di materie prime energetiche.
Secondo le stime della Banca d’Italia, inoltre, un terzo delle importazioni italiane nel settore moda passa attraverso il Mar Rosso, così come una parte significativa delle importazioni di petrolio grezzo e raffinato e di prodotti metalmeccanici, che rappresentano quasi il 30% degli acquisti esteri del Paese.
Da qui l’effetto dirompente sui traffici generato da una minaccia di attacco.
Ripercussioni a breve e medio termine
A metà gennaio, l’indicatore composito world container index elaborato da Drewry era già raddoppiato rispetto a novembre, pur rimanendo leggermente superiore alla media eccezionalmente alta del biennio 2021-22.
Se il rischio di attacchi alle navi mercantili nel Mar Rosso dovesse rimanere alto anche nei primi mesi del 2024, le compagnie di spedizioni sarebbero costrette a seguire rotte alternative, con conseguenti allungamenti dei tempi di consegna e un ulteriore aumento dei costi di spedizione.
Questo avrebbe ripercussioni sulle catene di produzione e potrebbe portare a un ulteriore aumento dei costi di spedizione nel 2024.