L’Italia è disponibile a salvaguardie aggiuntive su debito e deficit, che però non devono essere eccessivamente rigide perché il rischio è quello di limitare la crescita. Dunque, niente vincoli di bilancio troppo stringenti ma spazio ad investimenti strategici, partendo da quelli per la sostenibilità e l’innovazione green.
Si sintetizza così la posizione di Governo espressa dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sulla nuova governance europea, in vista del vertice decisivo del 7 e 8 dicembre per trovare un accordo su un nuovo Patto di Stabilità.
Il rischio, in caso contrario, è di tornare alle vecchie regole dal 2024.
Giorgetti: proposte per il Patto di Stabilità UE
Sullo stato delle trattative e sul loro esito Giorgetti non ha formulato previsioni. Si è limitato a spiegare quali sono le attuali proposte e a ribadire la posizione dell’Italia. Che, in sintesi, è la seguente:
le esigenze di consolidamento dovrebbero essere compatibili con l’intento di favorire una crescita sostenibile e duratura dell’economia, che potrebbe essere ostacolata da vincoli eccessivi e regole troppo stringenti.
Ancora: «la fissazione di un ritmo di riduzione minima del debito e di un obiettivo massimo di deficit deve, per così dire, salvaguardare la prudente gestione del quadro di finanza pubblica nazionale, ma non dovrebbe trasformarsi in ulteriori stringenti regole che limitino in maniera eccessiva le politiche di bilancio dei Paesi europei».
La soluzione attualmente allo studio «richiede comunque un aggiustamento di bilancio molto sfidante per diversi Paesi, tra cui l’Italia», e «la posizione negoziale che stiamo tenendo è di disponibilità all’introduzione di salvaguardie sul debito e sul deficit, ma solo a condizione che esse non siano troppo stringenti e, come ho argomentato, non prevalgano di fatto sulla regola di spesa».
In secondo luogo, «abbiamo posto come condizione imprescindibile che la nuova governance economica dia sufficiente spazio agli investimenti per la transizione digitale ed ecologica e, nel primo ciclo di applicazione delle nuove regole, consenta a Paesi quali l’Italia, che hanno concordato ambiziosi Programmi di Ripresa e Resilienza, di poter accedere all’estensione del periodo di aggiustamento a sette anni.
Ciò senza l’imposizione di ulteriori condizionalità, ma solamente in base all’impegno dello Stato membro a continuare lo sforzo di riforma e di investimento intrapreso con il PNRR». L’Italia «intende ridurre il debito in maniera realistica, graduale e sostenibile nel tempo, in un assetto che protegga e incentivi gli investimenti».
Regole 2024 in base all’attuale proposta
La proposta del Nuovo Patto di Stabilità che dovrebbe entrare in vigore nel 2024 lascia invariati i parametri del debito (che deve scendere progressivamente) e del deficit (sotto il 3%), ma rivede le procedure e il processo di convergenza verso tali parametri.
Prevede che gli Stati presentino dei piani, di durata corrispondente a quella della legislatura (per l’Itlia, cinque anni), individuando un percorso di aggiustamento eventualmente «più graduale e prolungato nel tempo se accompagnato da un impegno dello Stato membro a realizzare investimenti e riforme ambiziosi, che contribuiscano a innalzare la crescita potenziale e migliorare la sostenibilità del debito pubblico.
In questo caso la durata del periodo di aggiustamento può essere estesa fino a sette anni». L’aggiustamento di bilancio minimo per gli Stati membri con deficit superiori al 3 per cento del PIL dev’essere pari allo 0,5% del PIL, in termini strutturali, fino al riassorbimento del disavanzo in eccesso.