La Commissione Europea ha proroga di sei mesi gli aiuti di Stato contro il caro energia: si tratta delle agevolazioni contro il caro benzina e bollette di Governo volte ad aiutare lavoratori e imprese ancora alle prese con gli effetti della crisi energetica ed inflazionistica dell’ultimo anno.
Alcune importanti misure di Governo e agevolazioni settoriali rientranti nell’ultimo Quadro Temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato, potranno dunque protrarsi fino a giugno 2024.
Aiuti di Stato contro il caro energia fino al 30 giugno 2024
In particolare, la proroga riguarda la possibilità di concedere aiuti di importo limitato e aiuti per compensare i prezzi elevati dell’energia.
Come ha spiegato la stessa Commissione Europea, fino al prossimo 30 giugno gli Stati membri potranno:
mantenere i loro regimi di sostegno per coprire il prossimo periodo di riscaldamento invernale come rete di sicurezza nel caso in cui alcune aziende continuino a essere colpite dalle perturbazioni economiche causate dalla crisi.
Non sono state invece prorogate le misure a sostegno della liquidità con garanzie statali sul credito.
Quadro Temporaneo aiuti di Stato: aumentano i massimali
La Commissione Europea ha anche disposto un aumento dei massimali per coprire i maggiori costi del periodo invernale.Ecco nel dettaglio:
- da 250.000 a 280.000 euro per l’agricoltura;
- da 300.000 a 335.000 euro per pesca a acquacoltura;
- da 2 a 2,25 milioni di euro per gli altri settori.
L’impatto sui bonus concessi in Italia
Con questa proroga, slitta di ben sei mesi il periodo in cui dovranno terminare per legge i sostegni contro il caro energia, in considerazione del perdurare dell’attuale crisi. L’estensione permetterà agli Stati Membri, Italia compresa, di affrontare con maggiore serenità la stagione invernale e compensare gli elevati prezzi dell’energia fino al 30 giugno 2024.
Immediato il commento della premier, Giorgia Meloni:
Questa decisione, tra le altre cose, consentirà al Governo italiano di continuare a sostenere le imprese e i lavoratori, soprattutto le donne, i giovani e le fasce sociali più bisognose, soprattutto nelle zone del Mezzogiorno d’Italia che ancora devono riguadagnare competitività, aprendo al contempo la possibilità di lavorare con la Commissione europea per la futura definizione di misure più mirate e di carattere più strutturale per stimolare la crescita e la capacità di attrarre investimenti nelle nostre Regioni del Sud. Si tratta di un ulteriore tassello, accanto alla creazione di una ZES unica e di una gestione più efficace e strategica dei fondi di coesione, per accrescere la competitività e le opportunità di sviluppo economico del nostro Mezzogiorno e dell’intero Paese.