Introdotta a partire dal 2004, la tassa d’imbarco potrebbe essere caratterizzata da un forte incremento a partire dal 2024, stando a quanto contenuto nella nuova Legge di Bilancio.
La tassa sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale, infatti, con il varo della Manovra 2024 potrebbe vedere un aumento che coinvolgerà anche i passeggeri.
Rincaro tasse sui biglietti aerei e navali
L’articolo 80 del disegno di legge della nuova manovra economica 2024 autorizza alcuni Comuni ad istituire un’imposta addizionale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale.
Nello specifico, questa opzione è riservata ai Comuni capoluogo di Città Metropolitana che al 31 dicembre 2023 avranno concluso la procedura di dissesto finanziario.
Di quanto aumenta la tassa d’imbarco
Come funziona l’applicazione dell’addizionale comunale sulla tassa d’imbarco prevista nel ddl di Bilancio? I Comuni capoluogo di Città Metropolitana con i requisiti indicati, tramite apposite delibere del Consiglio potranno stabilire non solo un incremento dell’addizionale comunale IRPEF fino allo 0,4% ma anche un’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale e aeroportuale di importo procapite non superiore a 3 euro.
Tradotto in moneta, quindi, la tassa d’imbarco – attualmente pari a 6,5 euro nella maggior parte degli aeroporti italiani, sebbene sia 7,5 euro a Roma Fiumicino e Ciampino e 9 euro a Venezia – con i rincari costerebbe ai passeggeri che viaggiano in aereo o in nave fino a tre euro in più per ogni biglietto, pari ad un esborso dai 9,5 euro a 12 euro per ciascun viaggiatore per singola tratta.