«In considerazione dell’elevata incertezza del quadro economico, il Governo ha deciso di richiedere con la Relazione che ha accompagnato la Nota di aggiornamento del DEF 2023 l’autorizzazione del Parlamento a fissare un nuovo sentiero programmatico per l’indebitamento netto della PA». In questo passaggio del DPB (Documento Programmatico di Bilancio) inviato a Bruxelles, sono esposte le cifre sulle quali si concentranno le valutazioni UE sulla Manovra 2024.
I nuovi obiettivi programmatici di deficit in rapporto al PIL sono posti al 5,3% nel 2023, 4,3% nel 2024, 3,6 nel 2025 e 2,9% nel 2026. Sulla base delle misure inserite in Legge di Bilancio questi numeri saranno analizzati per valutare la compatibilità con il Fiscal Compact, in base al quale il deficit deve restare sotto il 3% del PIL.
Le misure in Manovra 2024 anticipate dal DPB
Il DPB descrive le misure di politica economica previste dalla Manovra 2024 e dai decreti collegati. Pone l’accento su riforme strutturali come quella fiscale, sulle misure per la crescita e sul ruolo degli investimenti nel PNRR.
C’è un’ampia analisi di scenario sul rapporto debito/PIL che, nell’ipotesi migliore (piena attuazione della riforme + impatto PNRR) raggiungerebbe quota 121,5% nel 2034 e l’indicazione sul pieno rispetto delle Raccomandazioni specifiche per l’Italia (CSR) formulate a luglio dal Consiglio UE, alla luce del Programma Nazionale di Riforma, del Programma di Stabilità e delle conclusioni del Rapporto-Paese sull’Italia della Commissione UE.
Obiettivo: assicurare una politica di bilancio prudente che favorisca un risanamento graduale e sostenibile nel medio termine, garantire una governance efficace del PNRR, promuovere la transizione energetica e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento.
In definitiva, «come raccomandato dalla Commissione, il Governo mira ad assicurare una politica di bilancio prudente che garantisca, al contempo, investimenti e riforme per aumentare la produttività del Paese».
La manovra per il triennio 2024-2026 «continuerà ad essere orientata a princìpi di prudenza, cercando il giusto equilibrio tra l’obiettivo di fornire il sostegno necessario all’economia nell’immediato attraverso misure mirate, e quello di assicurare sia il rientro del deficit al di sotto della soglia del 3% del PIL, sia un percorso di riduzione credibile e duraturo del rapporto debito/PIL».
Patto di Stabilità UE: Manovra oltre il tetto del 3% di deficit
Negli ultimi anni, la soglia massima del 3% di deficit programmatico imposta dal Patto di Stabilità europeo è stata spesso disapplicata per dare agli Stati i necessari margini di flessibilità per affrontare l’impatto economico della pandemia e della crisi energetica determinata dalla guerra in Ucraina.
Dal 2024 sarebbe previsto il ritorno ad un regime normale. Nel frattempo, sono anche state messe a punto nuove regole sul Fiscal Compact, che dovrebbero entrare in vigore l’anno prossimo ma non sono ancora stati approvati in via definitiva.
Le nuove regole sono più flessibili per i paesi che intraprendono un percorso di rientro, ma prevedono comunque un deficit stimato entro il 3% del PIL.
Un eventuale irrigidimento dell’Europa sui conti pubblici prevedrebbe un lungo iter prima di arrivare a un’eventuale procedura di infrazione, che comunque al momento non sembra probabile. Ma l’appuntamento con l’Europa, sul fronte dManovra 2024, riveste una particolare importanza.
Vediamo in che modo il Governo fornisce elementi a Bruxelles nel DPB.
Il Documento Programmatico di Bilancio
«La politica economica impostata dal Governo sin dal suo insediamento è coerente con gli orientamenti espressi dalla Commissione europea, rivolti in primo luogo alla necessità di continuare ad attenuare in modo temporaneo e mirato gli impatti sulle famiglie e le attività economiche dell’aumento dei prezzi dei beni energetici. Nell’attuale fase di progressiva discesa e stabilizzazione dei prezzi dei beni energetici, iniziata dalla fine del 2022, e in assenza di nuovi shock, le misure di sostegno saranno gradualmente ritirate entro il 2024, mantenendo una politica fiscale prudente, anche alla luce della disattivazione della clausola di salvaguardia generale del Patto di Stabilità e Crescita prevista per la fine dell’anno in corso».
E’ vero che «l’aggiornamento delle previsioni nello scenario a legislazione vigente presenta un peggioramento rispetto ad aprile, per effetto di alcuni fattori che agiscono in modo diverso sui vari anni: l’aumento dei crediti d’imposta relativi ai bonus edilizi; la più contenuta previsione di crescita economica attesa nel 2024; l’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato».
Ma, sottolinea il Governo, «la sostenibilità della finanza pubblica rimane solida nel medio termine». Due le considerazioni su questo punto: «le previsioni dello scenario programmatico indicano per il 2024 il rispetto della raccomandazione ricevuta in termini di crescita». E «l’indebitamento netto è previsto tornare sotto la soglia del 3% del PIL entro il 2026, grazie a un progressivo aumento dell’avanzo primario, che più che compenserà l’aumento della spesa per interessi, dovuta all’aumento dei rendimenti sui titoli di Stato».