Lunedì 16 ottobre in Consiglio dei Ministri, assieme alla Legge di Bilancio 2024, il Governo ha approvato in via preliminare anche un decreto legislativo in base al quale, a partire dal 2024, si applicherà anche in Italia la Global Minimun Tax, con un gettito stimato pari ad almeno 2-3 miliardi annui, da destinare al parziale finanziamento delle misure in Manovra.
Si tratta di un’imposta minima al 15% sui profitti delle multinazionali e le imprese con almeno 750 milioni di fatturato annuo che operano nel nostro Paese, indipendentemente dal fatto che vi abbiano sede o uffici.
Global Minimum Tax: cos’è
Lo prevede la Direttiva UE 2022/2523, recepita dall’Italia con uno schema di decreto sottoposto a consultazione pubblica lo scorso settembre ed ora approdato in CdM. Ad ogni modo, gli Stati membri UE hanno fino a fine anno per definire le regole di attuazione della tassa, declinando la traccia impostata dalla direttiva comunitaria.
Restano fermi alcuni paletti. Ad esempio, sono esclusi dalla nuova tassa enti statali, organizzazioni senza scopo di lucro, fondi pensione e fondi di investimento (in quest’ultimo caso, con determinati paletti).
La legge sull’imposizione fiscale in ogni giurisdizione in cui operano le imprese si inserisce nel contesto di una convenzione multilaterale OCSE, su cui c’è una bozza di accordo internazionale non ancora firmata da 139 paesi membri dell’OCSE e del G20.
L’accordo OCSE prevede la tassazione delle aziende estere anche nel paese in cui generano profitti, qualora il loro fatturato superi i 20 miliardi di euro e la redditività il 10%. L’imposta minima effettiva è pari a 15% per le multinazionali con fatturato globale superiore a 750 milioni. Si tratta dunque di un quadro normativo con alcune differenze rispetto alla direttiva UE.
Oltre alla soglia di fatturato, il punto chiave è anche il requisito alla stabile organizzazione in Italia e al criterio di calcolo degli utili conseguiti nel Paese.
Come si applica in Italia l’imposta per le multinazionali
Il decreto legislativo portato in Consiglio dei Ministri lunedì 16 ottobre accorpa una serie di misure indicate nella legge delega di riforma fiscale. Tra queste, c’è anche l’attuazione della Global Mimimun Tax.
Il decreto legislativo approvato adotta le disposizione della direttiva del Consiglio UE e incamera le osservazioni emerse durante la consultazione pubblica.
In attesa di conferme dal testo del decreto approvato, dovrebbero essere previste tre nuove tasse:
- imposta minima integrativa (IIR),
- imposta minima suppletiva (UTPR)
- imposta minima nazionale (QDMTT).
Il Dlgs contiene poi i criteri e modalità per rendere operativa la misura, con un parallelo aggiornamento delle regole sulla residenza fiscale delle persone fisiche. Ad esempio in caso di smart working: chi vive e lavora in Italia, pur dipendendo da aziende estere, deve pagare le tasse in Italia.
e nuove norme sul reshoring, ossia il quadro di agevolazioni fiscali per le imprese italiane o estere che decidono di spostare le proprie sedi in Italia.