Il taglio del cuneo fiscale anche nel 2024 e in Manovra ci saranno anche misure di riforma fiscale: le anticipazioni arrivano dal Governo, dopo aver approvato la NaDEF (Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza) con i numeri macroeconomici (crescita, deficit, debito) in base ai quali predisporre la Legge di Bilancio.
La crescita più contenuta del previsto, il deficit in rialzo (per l’effetto contabile dei crediti edilizi) e l’inflazione ancora alta determinano «una politica di sostegno ai redditi reali delle famiglie, in particolare quelle con redditi più bassi», spiega il Governo.
Il taglio del cuneo fiscale
Fra le anticipazioni concrete, la prima è il taglio del cuneo fiscale, che proseguirà nel 2024. Significa che anche l’anno prossimo ci sarà la riduzione della quota di contributi a carico dei lavoratori. La riduzione della ritenuta IVS va ad aumentare il netto in busta paga perché versata come parte integrante della retribuzione corrisposta.
Da capire se saranno confermate aliquote e soglie: 6% con retribuzioni lorde annue fino a 35mila euro, 7% per RAL fino a 25mila euro. Secondo i calcoli Istat, con le attuali soglie, il taglio del cuneo contributivo nel mese di ottobre 2023 vale in media 100 euro in più di imponibile, salendo fino a 150 euro per i redditi più bassi.
Riforma Fiscale: taglio IRPEF?
Sempre in Manovra 2024, ci sarà poi l’attuazione della prima fase della riforma fiscale. Non ci sono ancora dettagli ufficiali su cosa significhi nella pratica, cioè quali misure il Governo intende inserire in Legge di Bilancio. C’è solo l’indicazione della finalità: ridurre le tasse.
Il primo pensiero va alla revisione degli scaglioni IRPEF. Il ddl delega approvato nel luglio scorso prevede che si vada progressivamente verso un sistema ad aliquota unica passando per fasi intermedie, quindi prevedibilmente attraverso una riduzione degli fasce di reddito con il conseguente abbassamento dell’aliquota impositiva per una nutrita quota di contribuenti con redditi medio-bassi.
La misura che potrebbe dunque entrare in Manovra, visto l’accento posto sulla volontà di sostenere i redditi più bassi, potrebbe proprio essere l’accorpamento dei primi due scaglioni, mantenendo l’aliquota più bassa del 23% fino a 28mila euro. Ma si tratta ancora solo di ipotesi, prive peraltro di valutazioni di Governo su fasce di reddito, aliquote e detrazioni.
Si può però sottolineare che gli esigui margini finanziari all’interno dei quali si muoverà la Manovra non rendono facilissimo ridurre la pressione fiscale.
Interventi per le famiglie
Il terzo punto segnalato dall’Esecutivo Meloni è il sostegno alle famiglie e alla genitorialità. Non ci sono altre anticipazioni ufficiali. Il dibattito politico delle ultime settimane ha fatto emergere però alcune idee: interventi sull’Assegno Unico, un Bonus secondo figlio, agevolazioni fiscali e per l’iscrizione all’asilo, contributi economici per le famiglie con più figli.
Le altre misure attese in Legge di Bilancio 2024
C’è poi la conferma che si proseguirà con gli investimenti pubblici, a partire da quelli del PNRR. Proseguono anche i rinnovi contrattuali del Pubblico Impiego (che la Manovra 2023 aveva rinviato). E ci saranno da finanziare le politiche invariate.
Aggiungiamo che la Legge di Bilancio 2024 dovrà contenere anche le proroghe delle misure di flessibilità in uscita, come l’APE Sociale, Quota 103 e Opzione Donna.
Le risorse per la Manovra
Ricordiamo infine i principali numeri contenuti nella NaDEF:
- PIL: 0,8% nel 2023 (rivisto al ribasso), 1,2% nel 2024, 1,4% nel 2025 e 1% nel 2026.
- Deficit tendenziale: 5,2% nel 2023, 3,6% nel 2024, 3,4% nel 2025 e 3,1% nel 2026.
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Deficit programmatico: 5,3% nel 2023, 4,3% nel 2024, 3,6% nel 2025 e 2,9% nel 2026.
La differenza fra il tendenziale (3,6%) e il programmatico (4,3%) servirà a finanziare la Manovra. - Debito: 140,1%.
- Tasso di disoccupazione: 7,6% per il 2023, 7,3% nel 2024.