L’Istat aggiorna le previsioni economiche nazionali, confermando la crescita del PIL 2022 al 3,7% e rivedendo al rialzo quella 2021, in aumento di 1,3 punti percentuali (8,3%) rispetto alle stime dello scorso aprile.
L’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche rimane stabile al -8% per il 2022, come già previsto in aprile (quando era stato però rivisto in forte rialzo). Il saldo primario, calcolato sottraendo la spesa per interessi dall’indebitamento netto, risulta pari a -3,8% del PIL.
Vediamo in dettaglio i nuovi dati e le conseguenze sulla NaDEF e le risorse per la Manovra 2024, che a questo punto a davvero pochissimo spazio per finanziare nuove misure.
Il nuovo quadro economico
Il primo elemento chiave che emerge dalle nuove analisi Istat sui conti nazionali 2020-2022 è il miglioramento del deficit di 0,2 punti nel 2021, che però è stato compensato dalla spesa per il Superbonus, che “ha annullato i miliardi portati dalla rivisione 2021”, come ha spiegato Giovanni Savio, capo della direzione per la contabilità nazionale dell’Istat, durante la conferenza stampa di presentazione dei nuovi dati.
L’altro dato importante da sottolineare è la revisione al rialzo per il 2022 delle entrate (3.658 milioni) ma anche delle uscite (8.200 milioni), con un incremento di quelle in conto capitale (+5.806 milioni), soprattutto per contributi agli investimenti (+4.572 milioni) a seguito dell’aggiornamento sulla spesa per i bonus edilizi (Superbonus e Bonus facciate). Corrette al rialzo anche le uscite correnti (+2.394 milioni).
L’impatto complessivo sull’indebitamento netto è stato un peggioramento di 4.542 milioni che però ha mantenuto invariato il rapporto indebitamento/Pil (-8,0%).
Aggregati di Finanza Pubblica
Sulla base delle informazioni aggiornate, nel 2022 l’indebitamento netto delle Amministrazioni Publiche in rapporto al PIL è stato pari a -8% (era -8,8% l’anno precedente). In valore assoluto, l’indebitamento è stato di -156.442 milioni di euro, in calo di circa 3,5 miliardi rispetto al 2021.
Rapporto Debito/PIL
Il rapporto debito/PIL per il 2022 segna un ulteriore calo, passando dal 144,7% al 141,6%, mentre per il 2021 passa dal 149,8% al 147%. Il peso contabile dei crediti edilizi, dopo la nuova classificazione Istat dello scorso marzo, aveva già prodotto in aprile una prima revisione al ribasso, al 144,7% rispetto al 149,8% del 2021.
L’indebitamento netto 2022 portato all’8%, tuttavia, rimarcava il peggioramento dei conti rispetto alle precedenti stime del Governo che lo davano al 5,6%.
Revisione dei Conti Nazionali
Le nuove stime presentate incorporano la revisione dei conti annuali per il triennio, includendo le informazioni acquisite rispetto ad aprile. Le stime 2021, in particolare, includono adesso i dati definitivi sui risultati economici delle aziende e sull’occupazione.
Nel 2022 si registrano revisioni al ribasso dei tassi di variazione per diversi settori: agricoltura (-0,3), commercio, trasporto e magazzinaggio, alloggi e ristorazione (-0,6), attività immobiliari (-0,7), AP, difesa, istruzione, salute e servizi sociali (-0,7) e attività artistiche, intrattenimento e divertimento, riparazione di beni per la casa e altri servizi (-0,3). Al rialzo servizi di informazione e comunicazione (+0,1), attività finanziarie e assicurative (+0,2) e attività professionali, scientifiche e tecniche, amministrative e servizi di supporto (+0,9).
- Nel 2022, il PIL ai prezzi di mercato è pari a 1.946.479 milioni di euro, con una revisione al rialzo di 37.325 milioni rispetto alla stima di aprile. Per il 2021, il PIL è rivisto verso l’alto di 34.670 milioni di euro.
- Il tasso di variazione del PIL in volume nel 2022 è del 3,7%, invariato rispetto ad aprile. Secondo i nuovi dati, nel 2021 il PIL in volume è aumentato dell’8,3%, al rialzo di 1,3 punti percentuali rispetto alla stima di aprile.
- Nel 2022, gli investimenti fissi lordi sono cresciuti in volume del 9,7%, i consumi finali nazionali del 3,9%, le esportazioni di beni e servizi del 9,9% e le importazioni del 12,4%.
- Il valore aggiunto in volume nel 2022 è diminuito dello 0,2% nell’industria in senso stretto e del 2,1% nel settore dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, mentre è aumentato del 10,1% nelle costruzioni e del 4,5% nel settore dei servizi.
Verso le stime 2o23-2024 nella NaDEF
Gli obiettivi di deficit del governo da inserire nella NaDEF di fine mese terranno conto di questi nuovi dati. Ad aprile, nel DEF indicavano come scenario programmatico un rapporto deficit/PIL al 4,5% nel 2023, al 3,7% nel 2024, al 3% nel 2025, al 2,5% nel 2026.
Dati da rivedere nella nuova NaDEF, che dovrà fare i conti con un indebitamento netto dell’8% su cui costruire uno scenario programmatico molto meno roseo. E in base al quale si riducono le risorse da destinare al finanziamento della Legge di Bilancio 2024.