Pilastro portante del tessuto produttivo italiano ed elemento fondamentale per l’affermazione del Made in Italy nel mondo, le piccole e medie imprese sono sempre più consapevoli dei vantaggi che derivano dall’apertura verso i mercati esteri, un vero e proprio volano per potenziare la competitività e favorire la crescita.
È proprio l’export a rappresentare una notevole opportunità di sviluppo per le PMI, che oltre a collocarsi al centro delle catene globali del valore sono protagoniste dei processi di transizione verso un mondo più sostenibile, digitale e interdipendente, offrendo un contributo determinante per l’espansione economica, tecnologica e sociale del Paese.
PMI, piccole, medie e più competitive: la ricerca SACE
Il gruppo SACE, specializzato nel sostegno al tessuto imprenditoriale nazionale e partner di riferimento per le imprese italiane che esportano fuori dai confini nazionali, ha realizzato la ricerca “Piccole, medie e più competitive: le PMI italiane alla prova dell’export tra transizione sostenibile e digitale”, condotta dall’ufficio studi di SACE in collaborazione con The European House – Ambrosetti e focalizzata proprio sulle prospettive di sviluppo delle PMI, alle prese con le sfide imposte dai mercati internazionali.
Lo studio è stato presentato in occasione della 49esima edizione del Forum di Cernobbio promosso da The European House – Ambrosetti, che si è svolto a Villa d’Este nel primo fine settimana di settembre 2023.
Per la prima volta l’evento ha visto la partecipazione di 150 PMI, invitate a seguire virtualmente e gratuitamente le attività del Forum: un’opportunità offerta da SACE in linea con obiettivi previsti dal Piano Industriale INSIEME 2025.
“Noi di SACE, in linea con la missione e gli obiettivi del nostro Piano Industriale INSIEME 2025 – sottolinea Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE –, siamo già al fianco di 40 mila PMI italiane nei loro progetti di investimento e crescita sostenibile in Italia e nel mondo e contiamo di raggiungerne 65 mila nell’arco di Piano”.
Il ruolo centrale delle PMI italiane
Le piccole e medie imprese italiane sono oltre 200 mila e producono un giro di affari di oltre 1.000 miliardi di euro, generando quasi il 40% del valore aggiunto nazionale e impiegano 5,4 milioni di persone. Sono cifre che mostrano uno spiccato dinamismo del tessuto produttivo, basti pensare che solo nel 2021 le PMI nazionali hanno esportato 219 miliardi di euro, in pratica la metà dell’export complessivo.
Ma cosa si cela dietro il successo delle piccole e medie imprese italiane nei mercati esteri? Lo studio SACE fa luce sulla loro forte interconnessione che dà vita a un ecosistema di forme di innovazione e collaborazione aperte, favorendo l’accesso a risorse strategiche per la crescita.
“Obiettivo dello studio – afferma Alessandro Terzulli, Chief Economist di SACE – è sottolineare, in considerazione della loro importanza, le caratteristiche che contraddistinguono le oltre 200 mila PMI italiane, al fine di valorizzarne le qualità e aiutarle a cogliere le opportunità di sviluppo nel panorama nazionale e internazionale, anche alla luce della duplice sfida della transizione sostenibile e digitale”.
Export Made in Italy: trend e mercati di destinazione
Allo stato attuale le PMI italiane realizzano all’estero circa un terzo del proprio fatturato e contribuiscono al 48% dell’export nazionale, un trend positivo che secondo le previsioni elaborate dall’Ufficio Studi di SACE è destinato a proseguire anche in futuro. Le esportazioni, infatti, potrebbero crescere quest’anno del 6,2%, del 4% nel 2024 e del 3,2% nel biennio 2025-2026, arrivando a superare i 300 miliardi di euro.
Focalizzando l’attenzione sui mercati di destinazione, la crescita dell’export delle PMI italiane nel 2023 è guidata dall’Oriente, tanto che Medio Oriente, Asia orientale e centrale rappresentano le aree per cui sono previsti i maggiori incrementi (+10,1%, +9,2%, +8,4%).
La doppia transizione sostenibile e digitale
La transizione sostenibile e la rivoluzione digitale rappresentano un vero e proprio boost per la crescita delle PMI, una duplice trasformazione che genera ripercussioni positive sulla propensione all’export e rende le imprese resilienti, lungimiranti, consapevoli e soprattutto più produttive e competitive.
Il numero delle imprese che investe in green e digitale e che esporta, infatti, supera di 20 punti percentuali quello delle attività che esportano senza compiere alcuna transizione. Per proseguire in questa direzione, tuttavia, è fondamentale che le PMI possano contare su un valido supporto, su una formazione adeguata e sul sostegno in termini di comprensione e adesione alla regolamentazione e gestione amministrativa relativa ai mercati esteri.