L’indebitamento medio per famiglia in Italia ha toccato i 22.710 euro, con un ammontare totale dei debiti bancari che ha raggiunto il livello record di 595 miliardi di euro (+3,5% in un anno).
Una bomba ad orologeria che rischia di esplodere da un momento all’altro, con effetti a catena anche per imprenditori e artigiani, a fortissimo rischio usura.
L’analisi è quella dell’Ufficio studi della CGIA, che studia l’impatto della difficile congiuntura economica in atto nel Paese.
Indebitamento in salita
Lo stock dei debiti è in crescita a causa dell’inflazione (che ha prodotto a catena un aumento del costo dei mutui) e dell’aumento delle bollette.
Nonostante la situazione sia critica, al momento è ancora sotto controllo. Ma si teme non per molto.
L’aumento dei debiti, registrato a partire dalla forte ripresa economica del biennio 2021-2022, non si è arrestato nonostante l’incremento del costo del denaro che invita alla prudenza: la necessità di far fronte alle spese contingenti spinge le famiglie a tirare la corda sperando in un rientro della bolla, che però potrebbe esplodere se la BCE continuerà – come previsto – ad aumentare i tassi di interesse almeno fino a fine 2023 o ai primi del 2024.
Indebitamento e territorio
Le aree più esposte economicamente hanno anche i livelli di reddito più alti, ma contengono anche famiglie appartenenti alle fasce sociali più deboli.
Le famiglie con il maggiore aumento di indebitamento si trovano a Milano (35.342 euro, +5,1% rispetto al 2021), seguite da Monza-Brianza (31.984 euro, +3%) e Bolzano (31.483 euro, +5%).
Roma e Como seguono a ruota.
La CGIA suggerisce di invertire la tendenza, fornendo liquidità alle micro imprese per prevenire il ricorso all’usura.
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Inoltre, si sottolinea l’importanza di promuovere il Fondo per la prevenzione dell’usura, uno strumento legale introdotto da decenni ma poco utilizzato e sconosciuto alla maggior parte delle persone.