In Italia i prezzi dell’elettricità sono cresciuti più velocemente rispetto agli altri paesi europei, gravando soprattutto sulle piccole e medie imprese.
Lo spread del prezzo pagato dalle PMI italiane ha raggiunto livelli record. In base ai dati Eurostat, nel secondo semestre 2022, in concomitanza con la fase acuta della bolla dei prezzi, il costo dell’energia elettrica al netto dell’IVA ha superato del 47,5% la media dell’Eurozona nel segmento che comprende consumi fino a 2.000 MWh all’anno.
Ad oggi la situazione non è di molto migliorata. Prendendo in considerazione giugno 2023, infatti, in Italia i prezzi al consumo di elettricità rimangono superiori del 90% rispetto alla media del 2019, mentre questo divario risulta più che dimezzato nell’Eurozona (42,4%).
A esprimere preoccupazione è il Presidente di Confartigianato Marco Granelli, che auspica una riforma strutturale del finanziamento degli oneri generali del sistema elettrico al fine di rimuoverli dalle bollette elettriche, evitando che il finanziamento delle energie rinnovabili e dell’autoconsumo ricada sulle imprese di piccola dimensione.
Altrettanto auspicabile è che l’attuale fase di rientro dei prezzi generi una discesa intensa proprio per l’Italia, dove a metà del 2023 il processo di normalizzazione non sembra ancora completato.