Segnali negativi in tutta Europa per il Manifatturiero: l’indice PMI, che misura l’attività delle aziende del settore, è ai minimi dal maggio 2020.
Si può aggiungere che, in base ai dati Istat, negli ultimi mesi sta scendendo anche la produzione industriale, confermando la difficoltà delle aziende dovuti all’eccessivo costo del denaro e all’alta inflazione che frenano l’attività.
Vediamo il dettaglio dei dati e dei trend in Italia ed Europa.
Manifatturiero in difficoltà
A giugno l’indice PMI si è attestato a 43,4 punti, perdendo ulteriormente terreno rispetto al mese precedente, rimanendo per il 12esimo mese consecutivo al di sotto della soglia dei 50 punti, che segna la differenza fra fase espansiva e recessiva.
La riduzione degli acquisti delle imprese manifatturiere riguarda tutte le principali economie europee, un segnale che indica una contrazione dell’attività economica o comunque un atteggiamento di prudenza.
In Germania, il dato di maggio per l’indice PMI è stato pari a 40,6. Ha migliorato invece la Francia, a quota 46, dove fra l’altro l’indice è salito rispetto al mese precedente. In Italia l’indice PMI è stato pari a 43,8 punti.
Produzione industriale in frenata
Nel nostro paese, un ulteriore dato negativo è rappresentato dal progressivo rallentamento della produzione industriale. In base agli ultimi dati dell’istituto nazionale di statistica, in aprile è calata dell’1,9% rispetto a marzo, mentre nella media fra febbraio e aprile il calo è stato dell’1,3% rispetto a tre mesi precedenti. A livello tendenziale, la riduzione è stata pari al 7,2%.
Fra i segnali positivi, invece, sul fronte delle attività delle imprese si registra il dato positivo delle esportazioni, che a maggio sono cresciute dell’1,2% su base mensile e del 4,1% su base annua, invertendo la tendenza rispetto al calo di aprile (resta comunque negativo il saldo trimestrale).
In flessione per il quinto mese consecutivo le importazioni, soprattutto per la contrazione degli acquisti di energia.