L’Export si conferma motore di crescita dell’economia italiana, con i trend fondamentali di sviluppo che si confermano la digitalizzazione e la sostenibilità (le esportazioni dei beni ambientali crescono più della media).
Sono evidenze emerse dal Rapporto Export 2023 di SACE, secondo cui le principali destinazioni sono ancora Germania, Stati Uniti, Francia e Cina ma ci moltiplicano le opportunità per le esportazioni verso Paesi del Golfo, India, Thailandia e Vietnam, senza dimenticare Messico, Brasile e Croazia.
Esportazioni italiane: numeri e trend
Le vendite dei beni sui mercati internazionali nel 2023 supereranno i 660 miliardi di euro, in crescita del 6,8%, con una quota del 2,6% (dal 2,4% del 2022). I servizi valgono 126 miliardi, +7% sull’anno scorso.
Nel 2023 la parte del leone spetta ai beni intermedi (+9,9%) grazie soprattutto al caro prezzi. Spiccano chimica e farmaceutica. Per il 2024 è invece attesa una ripresa dei beni di investimento, che sono uno dei tradizionali punti di forza dell’economia italiana: meccanica strumentale, mezzi di trasporto, apparecchi elettrici.
Le previsioni sull’export di beni, dopo il +6,8% di quest’anno, vedono un assestamento su ritmi sostenuti: +4,6% nel 2024 e del 3,8%.
Fra i principali mercati di destinazione la maggiore spinta è rappresentata dalla Cina (+17% nel 2023), grazie soprattutto alla fine delle restrizioni anti-Covid. Bene anche l’India (+10,3%) che sta velocemente potenziando il proprio sistema produttivo, e il Vietnam (+8,1% nel 2023 e +65% nel 2024) a sua volta protagonista di una crescita economica particolarmente evidente nel manifatturiero, a vantaggio anche dei paesi che fanno parte della catena di fornitura.
In termini di quota di mercato, l’Italia con il 2,6% è seconda solo alla Germania, 6,6%, mentre è davanti a Francia (2,5%), Regno Unito (2,1%) e Spagna (1,7%).
Il ruolo chiave dei beni ambientali
E veniamo alla principale novità del report, ovvero l’andamento delle esportazioni di beni ambientali, come per esempio i convertitori catalitici per veicoli, i biocarburanti e le auto elettriche.
Il commercio internazionale di questi beni negli ultimi 20 anni è cresciuto a un ritmo del 7,5% annuo, superiore al +5,8% dell’export complessivo di beni, superando i 1.750 miliardi di dollari. La crescita dovrebbe essere sostenuta nel biennio (+9,3% quest’anno e 9,7% nel 2024), per poi stabilizzarsi su un incremento del 14% annuo nel biennio 2025-26.
I protagonisti del mercato sono l’Europa e l’Asia. Il valore delle esportazioni italiane di questi beni è pari a 60 miliardi di dollari (dato 2021), che significa il 3,4% degli scambi mondiali. I settori trainanti: meccanica strumentale, apparecchi elettrici, strumenti di misurazione e controllo.
Il commento SACE
«Rivoluzione tecnologica e transizione sostenibile sono le sfide che tutti noi, insieme, siamo chiamati ad affrontare oggi per disegnare il mondo di domani», commenta Alessandra Ricci, Amministratore Delegato di SACE.
E’ per questo motivo, aggiunge Alessandro Terzulli, Chief Economist di SACE, che «abbiamo voluto analizzare per la prima volta i flussi internazionali di beni legati alla transizione energetica in cui in Europa l’Italia è seconda solo alla Germania, e la trasformazione digitale che è ormai constatato sia un acceleratore della competitività delle imprese, anche internazionalizzate».