«Una riduzione progressiva delle aliquote IRPEF per abbassare la pressione fiscale», ampliando «sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori».
Durante l’incontro con i sindacati sulle riforma fiscale, la premier Giorgia Meloni ha dunque fornito nuovi elementi sul piano di Governo che muove verso la flat tax per tutti.
Il vertice tra Governo e sindacati
La presidente del Consiglio ha incontrato a Palazzo Chigi i segretari generali di Cgil, Maurizio Lnadini, Cisl, Luigi Sbarra, Uil, Pierpaolo Bombardieri, Ugl, Paolo Capone, e Confsal, Angelo Raffaele Margiotta.
Tra gli altri temi trattati durante il vertice, oltre a quelli strettamente fiscali, anche potere d’acquisto dei redditi, riforma pensioni e PNRR. Il percorso, spiega il segretario Cisl, Luigi Sbarra, proseguirà infatti «con tavoli tematici su pensioni, politica dei redditi, salute e sicurezza, sanità, occupazione, di accelerazione degli investimenti».
In questo primo incontro generale, le novità maggiormente rilevanti, come detto, riguardano il Fisco.
Riforma aliquote IRPEF: allargamento I° scaglione
Il ddl delega di Riforma è attualmente all’esame del Parlamento, l’obiettivo del Governo è arrivare all’approvazione prima della pausa estiva. In modo da riuscire a programmare per tempo i decreti attuativi.
Il ddl, in tema di riforma IRPEF si limita a fissare principi generali, In base ai quali si va verso un sistema ad aliquota unica con equità e progressività che vengono recuperate attraverso detrazioni e crediti d’imposta. Non ci sono nella delega indicazioni specifiche su come arrivare a questo sistema ad aliquota unica. E’ su questo punto che Meloni sostanzialmente introduce nuovi elementi:
- ci sarà una progressiva riduzione delle aliquote IRPEF;
- avverrà partendo da un ampliamento dell’aliquota più bassa.
Quindi, si ridurrà il carico fiscale per almeno una parte di coloro i quali si ritrovano oggi nel secondo scaglione di reddito, che attualmente segue il primo al 23% fino a 15mila euro ed è pari al 25% fra 15mila e 28mila euro; seguono poi il terzo 35% fra 28mila e 50mila euro e il quarto 43% sopra i 50mila euro.
La dichiarazione di Giorgia Meloni indica un ampliamento dell’aliquota al 23%, che verrebbe quindi applicata a una platea più ampia di contribuenti.
Non ci sono altre indicazioni sull’impostazione di questa riduzione IRPEF.
Riforma pensioni a doppia velocità
Per quanto riguarda gli altri temi, prudenza in tema di pensioni. La premier si è limitata a dire che i primi passi del tavolo tematico sarà sugli anticipi pensionistici. Partendo «dal lavoro dell’osservatorio e dei tavoli tecnici, un lavoro di studi», per «mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale».
Non c’è un riferimento specifica a una generale riforma delle pensioni, che resta l’obiettivo. Ma il «confronto complessivo sul sistema» sembra rimandato a un secondo momento. Successivo a questa fase di analisi dei dati e di focus sugli anticipi pensionistici. Si delinea un percorso di proroghe o di nuovi strumenti di flessibilità in uscita in vista della prossima manovra economici, con la riforma pensioni vera e propria destinata invece a rallentare.
Gli altri temi di confronto
Fra le questioni principali, il PNRR, ovvero «una grande occasione». La riforma Costituzionale, su cui il Governo ha recentemente avuto un confronto con le opposizioni. Il tema del potere d’acquisto, su cui il Governo è intenzionato a istituire uno specifico osservatorio. «Salari, monitoraggio dei prezzi e della politica dei prezzi, controllo dell’attuazione e degli effetti dei provvedimenti che noi abbiamo introdotto e che magari non hanno dato i risultati previsti, come per esempio la riduzione dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia», spiega Meloni. Misure di potenziamento del welfare aziendale.
I commenti dei sindacati
I sindacati esprimono generale apprezzamento per il metodo di confronto, ma critiche sui contenuti. In particolare la Cgil, secondo Landini al momento l’esecutivo non fornisce risposte soddisfacenti sui principali temi sollevati dal sindacato, ovvero questione salariale, rinnovi contrattuali, lotta alla precarietà. «Non ci hanno dato risposte sulle nostre rivendicazioni – spiega Landini -, se non una serie di tavoli nei prossimi giorni a cui parteciperemo». La Cgil è contraria infine alla riforma fiscale ad aliquota unica, «il principio deve essere la progressività delle tasse e la lotta all’evasione».
La Cisl torna sul tema del rinnovo dei contratti pubblici partendo dall’Osservatorio sul potere d’acquisto, partecipato da sindacati e imprese, che può avere «un ruolo attivo, verso una nuova politica dei redditi che preveda anche un tempestivo rinnovo dei contratti pubblici e privati».