C’è un generale accordo delle imprese sull’abolizione dell’IRAP e sulla revisione dell’IRES, mentre ci sono pareri discordanti su altre misure della riforma fiscale che riguardano le imprese e il lavoro. Per esempio, Confindustria esprime perplessità sulla flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti, apprezzata invece da Confartigianato.
L’obiettivo della norma, ovvero il riassetto generale del sistema fiscale, vien accolto in generale con favore dal mondo delle imprese. Anche qui, con diverse sfumature. Vediamo tutto.
L’impianto della riforma fiscale
Confindustria apprezza l’approccio metodologico del ddl. Perchè punta «in un arco temporale ben definito, ad un intervento complessivo di riforma del sistema fiscale al quale le imprese sono pronte a dare un contributo concreto; per questo, apprezziamo il richiamo espresso nel DDL alla possibilità di ricorrere a tavoli tecnici con associazioni di categoria per l’elaborazione dei decreti legislativi».
Secondo Confartigianato, la riforma fiscale «tratteggia un percorso in grado di portare a un sistema fiscale più semplice e orientato alla crescita».
Confcommercio approva «un impianto di legge delega che si propone di perseguire una riforma complessiva del sistema fiscale con gli obiettivi di stimolare la crescita attraverso la riduzione del carico impositivo, di contrastare evasione ed elusione, di semplificare gli adempimenti e di rafforzare la certezza del diritto».
Cna a sua volta si esprime favorevolemte sugli aspetti legati alla riduzione della pressione fiscale, realizzando al tempo stesso equità della tassazione, semplificazione del sistema tributario, miglioramento del rapporto fisco-contribuente, contrasto all’evasione fiscale, compliance piuttosto che misure repressive.
La riforma IRPEF
Confindustria punta l’attenzione sulla riduzione del cuneo fiscale contributivo, proponendo di renderlo strutturale, e affiancato da interventi di riduzione del prelievo fiscale sulle persone fisiche. Bene anche la «volontà di semplificare e razionalizzare le misure fiscali sui benefit erogati ai dipendenti (welfare aziendale) poiché potrebbe aprire a nuove misure di sostegno alla mobilità sostenibile (es. car sharing, car pooling, bonus mobilità), in linea con gli obiettivi europei di sostenibilità ambientale» prosegue in audizione Emanuele Orsini, vicepresidente di Confindustria per il Credito, la Finanza e il Fisco.
Viale Astronomia propone infine su questo fronte «nuove misure in favore delle imprese che predispongono piani di welfare aziendale per finalità di particolare rilevanza sociale (es. interventi in favore dell’infanzia, sostegno ai familiari anziani, estensioni della copertura sanitaria integrativa) per dare un concreto contributo al progresso e al benessere del Paese».
Dubbi, invece, sulla flat tax “incrementale” relativa agli aumenti contrattuali dei dipendenti. Secondo Confindustria, «un sistema di difficile attuazione» a fronte del quale si propone invece «di potenziare le agevolazioni sui premi di risultato, oltre all’aggiornamento delle voci non imponibili ai fini IRPEF, ferme ai valori di oltre 25 anni fa». Infine, «da ponderare con attenzione, anche al fine di evitare discriminazioni, l’ipotesi di condizionare alcuni benefici fiscali e non ad una sorta di “ISEE corretto” che tenga conto anche dei redditi soggetti a regimi di tassazione sostitutiva».
Confartigianato apprezza i principi direttivi di riforma dell’IRPEF finalizzati a ridurre la pressione fiscale nel rispetto del principio della progressività rivedendo scaglioni, aliquote detrazioni e deduzioni, con l’obiettivo di una aliquota unica. Su quest’ultimo aspetto rileva la norma costituzionale che impone un sistema tributario “informato a criteri di progressività”, e sottolinea la necessità di salvaguardare e garantire «il finanziamento dello Stato sociale, presupposto fondamentale e indispensabile per il mantenimento dell’integrazione e della
coesione sociale».
Confocommercio si limita a considerare che si delinea una «prospettiva di una riforma complessiva dell’IRPEF che, all’insegna della conferma del principio di progressività e con obiettivi di equità orizzontale, agisca sui versanti della riduzione delle aliquote e degli scaglioni di reddito e di una no tax area senza disparità tra redditi da lavoro dipendente e redditi da pensione, ma anche tra tali redditi e i redditi da lavoro autonomo. Si prevede, inoltre, una transizione verso l’aliquota impositiva unica, ma la conciliazione di imposta piatta e principio di progressività chiama in causa la definizione di un chiaro sistema di detrazioni e di deduzioni».
La riforma IRES
Sull’IRES ci sono luci e ombre. Confindustria, nell’ipotesi di IRES a doppia aliquota, auspica un’aliquota base ridotta rispetto all’attuale 24%. Le ipotesi di riduzione contenute nella delega sono due: assunzioni e investimenti. Per Confindustria, «l’eventuale riduzione dell’aliquota legata ad un incremento dell’occupazione dovrebbe tener conto delle profonde differenze tra i comparti produttivi (non tutti labour intensive), ma anche degli investimenti fatti in questi anni nella direzione di una maggiore digitalizzazione». E restano da definire gli investimenti qualificati.
Confartigianato condivide i principi di tassazione IRES ridotta per le società che effettuino investimenti “qualificati” o in “nuova occupazione” nei due anni successivi alla maturazione del reddito. Insiste invece su un altro punto: la disparità fra soggetti IRES e ditte individuali e società di persone, attualmente soggette alla «tassazione progressiva IRPEF». La proposta: una revisione dell’imposizione sui redditi delle imprese individuali e delle società di persone in regime di contabilità ordinaria, con l’introduzione di una tassazione proporzionale sul reddito d’impresa alla stessa aliquota prevista per l’IRES per la quota di utile non prelevata.
L’eliminazione dell’IRAP
Sull’abolizione delll’imposta regionale sulle attività produttive, le associazioni datoriali esprimono un generale accordo. Qualche perplessità sul meccanismo di sostituzione con una sovraimposta dell’IRES, limitata a determinate tipologie di imprese. Questo, sottolinea Condustria, «annullerebbe, di fatto, un qualsiasi beneficio dell’IRES a doppia aliquota e collocherebbe l’Italia tra i Paesi europei con la più elevata tassazione sui redditi delle società, con una significativa distanza dalla media UE e con effetti negativi sulla competitività internazionale e attrattività del sistema fiscale italiano».
Diversa la posizione di Confartigianato, favorevole all’abrogazione dell’IRAP e alla sovraimposta IRES.