Il debito commerciale della Pubblica Amministrazione italiana nei confronti dei fornitori ammonta a 49,6 miliardi di euro, risorse mancate soprattutto nelle casse delle PMI che corrispondono al 2,6% del PIL.
Secondo la CGIA di Mestre, che ha elaborato i dati presentati dall’Eurostat, da questo punto di vista l’Italia è il peggior Paese nella UE nonostante proprio l’anno scorso la PA abbia speso complessivamente 171,4 miliardi di euro per migliorare il suo funzionamento e le performance nazionali.
Se le PA pagano le fatture importanti, a restare indietro sono i pagamenti minori che vengono solitamente ritardati. Molti enti, in realtà, hanno migliorato le loro performance nel 2022, sebbene numerose realtà amministrative liquidino per tempo le fatture dell’anno in corso ma non quelle ricevute in passato.
Le cause vanno ricercate nella mancanza di liquidità da parte del committente pubblico, così come nei ritardi intenzionali e nella generale inefficienza di molte amministrazioni incapaci di emettere in tempi brevi i certificati di pagamento. Ad allungare la liquidazione delle fatture, inoltre, sono spesso le contestazioni.
La mappa dei ritardi
Per quanto riguarda i pagamenti degli enti locali, tra Regioni, ASL e Comuni, la situazione più critica si verifica al Sud, dove i ritardi dei pagamenti alle imprese fornitrici tocca punte di 69 giorni in Molise e 74 in Abruzzo. Non brilla neppure il Piemonte, con saldo fatture dopo 65 giorni dalla scadenza prevista. Tra i Comuni capoluogo di provincia, a Napoli i pagamenti sono avvenuti con un ritardo di 206 giorni, mentre tra le Aziende sanitarie pubbliche del Centro Sud, l’ASP di Crotone ha segnato un record negativo di quasi 113 giorni.
*ultimo dato disponibile aggiornato al 4° trimestre 2022
** ultimo dato disponibile aggiornato al 3° trimestre 2022
Analizzando l’operato dei Ministeri, solo 3 su 15 hanno pagato entro i termini stando ai dati dell’Indicatore di Tempestività dei Pagamenti (ITP) del 2022: MEF, Esteri e Agricoltura hanno saldato i fornitori in anticipo, mentre tutti gli altri hanno pagato dopo la scadenza pattuita e tra i dicasteri più ritardatari si segnalano il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, l’Università/Ricerca e il Ministero dell’Interno (+49,26). Fanalino di coda è l’ex MISE, oggi Ministero delle Imprese e del Made in Italy.
=> PA inefficiente: segnalazioni online su LaTuaPA
La possibile soluzione prospettata dalla CGIA, infine, potrebbe essere la compensazione tra debiti fiscali e crediti commerciali:
Prevedere per legge la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti certi liquidi ed esigibili maturati da una impresa nei confronti della PA e i debiti fiscali e contributivi che la stessa deve onorare all’erario. Grazie a questo automatismo risolveremmo un problema che ci trasciniamo appresso da decenni.