La mappa italiana per le tasse sulle PMI

di Anna Fabi

2 Maggio 2023 09:30

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Le agevolazioni IMU, IRPEF e IRAP hanno abbassato le tasse sulle PMI e ridotto il divario fra i diversi Comuni, che però resta alto per TARI e rendite.

La buona notizia è che la tassazione media sulle piccole imprese è scesa di 7,5 punti percentuali (al 52,7%) grazie a una serie di agevolazioni come la deducibilità dell’IMU, l’eliminazione dell’IRAP e la riforma IRPEF, mentre quella meno buona è che restano divari profondi fra le varie zone del Paese: tra i due estremi della classifica  (Agrigento con il 46,7% e Bolzano con il 58%) intercorrono ben 11 punti di carico fiscale, seppur in riduzione rispetto ai 16 della precedente rilevazione, a cura dell’Osservatorio CNAComune che vai fisco che trovi”.

In pratica, una PMI di Agrigento deve lavorare un mese e mezzo in più rispetto a un’azienda di Bolzano per pagare le tasse.

Tasse sulle PMI

Il tax free day nazionale, ovvero il numero di giorni di lavoro che servono per pagare le tasse, grazie al calo della tassazione media è invece anticipata di quasi un mese rispetto all’anno prima: nel 2022 è stato il 10 luglio, nel 2022 era il 7 agosto, sostanzialmente in linea con il 2020 (9 agosto).

«Al Nord si pagano meno tasse rispetto al Sud e su questo si deve interrogare il Paese e anche noi come associazione», sottolinea Dario Costantini, presidente nazionale CNA. Oltre al danno c’è anche la beffa:

nei comuni con i servizi peggiori il peso delle tasse è maggiore.

Le tre città con la tassazione più favorevole sono Bolzano, 46,7%, Trento , 47,9%, e Gorizia, 48,5%, mentre i capoluoghi in cui si pagano più tasse sono Biella, Vercelli e Agrigento, dove si va dal 56,9% ad un massimo del 58%. Fra le grandi città, Roma è all’ottantatreesimo posto con il 53,4% mentre Milano è ventiquattresima con il 51,3%.

I motivi del divario fiscale

Le differenze nella tassazione fra i diversi Comuni dipendono dalla TARI e dalle rendite catastali. Oltre alla necessità di proseguire sulla strada della riduzione fiscale per le PMI (che sono il 98% delle imprese italiane), secondo l’Osservatorio ci sono altre priorità da affrontare: il lavoro, con la difficoltà a trovare personale, e l’energia.

Qui, c’è l’auspicio che nella revisione del PNRR ci sia lo spazio per la proposta CNA di favorire l’autoproduzione da fonti rinnovabili sfruttando i capannoni delle PMI. Infine, resta il tema dei bonus edilizi incagliati che ingolfano i cassetti fiscali delle imprese.

Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, assicura una riforma fiscale «ambiziosa, dopo tanti interventi di manutenzione», che risolva la critictà di «un sistema sbilanciato tra società di capitali e le altre mentre è necessario tassare tutte le imprese allo stesso modo e non in base alle diverse tipologie di impresa».