Durante l’audizione in Parlamento sul Documento di Economia e Finanza, la Banca d’Italia ha sottolineato come il Governo, per il 2023, intenda utilizzare i benefici derivanti da una crescita superiore a quella programmata nel Documento Programmatico di Bilancio (DPB) per finanziare misure espansive, anziché per ridurre ulteriormente l’indebitamento netto.
Una scelta ritenuta in linea di massima condivisibile, così come la generale linea di prudenza adottata nel DEF dal Governo.
Utilizzo del maggior deficit nel 2023 e 2024
Il maggior deficit servirà per rafforzare la riduzione temporanea dei contributi sociali per lavoratori con redditi medio-bassi introdotta dall’ultima Legge di Bilancio. Anche l’aumento dell’indebitamento netto previsto per il 2024 sarà utilizzato per finanziare un taglio temporaneo della pressione fiscale.
Riduzione della pressione fiscale ad ampio raggio
La pressione fiscale elevata è un problema strutturale che richiede un intervento permanente e sostenibile per le finanze pubbliche. Tuttavia, potrebbe risultare difficile non prorogare nel frattempo i tagli temporanei già inaugurati nel periodo di creisi Covid, poiché ciò causerebbe un aumento repentino delle aliquote.
Bilancio e crescita oltre il 2026
Per evitare un aumento del rapporto debito/PIL oltre il 2026, la politica di bilancio dovrà garantire avanzi primari adeguati nel tempo. La correzione dei conti sarà tanto minore quanto maggiore sarà la crescita economica, favorita dall’efficace realizzazione delle riforme e degli investimenti del PNRR.
Sfide a lungo termine per le finanze pubbliche
Le finanze pubbliche dovranno affrontare sfide legate all’aumento del costo medio di finanziamento del debito e all’invecchiamento della popolazione, che determinerà pressioni al rialzo sulla spesa pubblica e una riduzione della crescita potenziale. Le simulazioni del DEF indicano che, anche raggiungendo gli obiettivi fissati per il 2026, il rapporto debito/PIL aumenterebbe negli anni successivi in assenza di ulteriori correzioni.
Impatto sulle generazioni future
Rimandare eccessivamente l’aggiustamento dei conti pubblici comporta un peso maggiore sulle generazioni più giovani. Tassi di crescita più elevati, favoriti dalle riforme e dagli investimenti del PNRR, renderebbero meno difficile il processo. Un’azione efficace e tempestiva sul piano dei conti pubblici e della crescita aiuterebbe anche a ridurre il premio per il rischio sui titoli pubblici italiani, con effetti positivi sulla spesa per interessi e sulle prospettive economiche.