Il governo italiano muove i primi passi verso il recepimento della Direttiva UE Case Green, che impone l’adeguamento degli edifici in ottica di maggiore efficienza energetica, secondo gli standard minimi previsti e gli obiettivi prefissati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC).
Come noto, la direttiva prevede che tutti gli edifici residenziali guadagnino la classe energetica E entro il 2030 e la classe D entro il 2033.
Per arrivare preparati, nel Documento di Economia e Finanza per il 2023 (DEF) – redatto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e approvato durante il Consiglio dei ministri dell’11 aprile scorso (e su cui, peraltro, si imbastisce anche la prossima Legge di Bilancio 2024) – si dichiara intanto la necessità di maggiori sforzi rispetto alle attuali misure, sia nel settore civile che in quello dei trasporti.
Raggiungimento degli obiettivi 2030
Gli obiettivi di riduzione dei gas serra perseguiti dall’Italia sono al momento quelli indicati nel Regolamento “Effort Sharing” e nel Regolamento EU 841/2018 (LULUCF). Pur avvicinandosi all’attuale obiettivo di riduzione (-33% nel 2030 rispetto ai livelli 2005), la situazione attuale mostra come appaia necessario adottare ulteriori politiche e misure aggiuntive, in particolare nei settori civile e dei trasporti, per raggiungere gli obiettivi PNIEC.
Secondo la relazione tecnica allegata al DEF:
Le misure attualmente vigenti appaiono efficaci soprattutto in termini di incremento di rinnovabili nel mix di generazione elettrica.
Analisi per settore
Per quanto riguarda il settore civile, nella Relazione del Ministro dell’ambiente allegata al DEF si analizzano gli obiettivi precedenti alla nuova normativa UE (ancora in via di approvazione definitiva) e si prevede comunque un adeguamento, per promuovere tecnologie a bassa emissione e ridurre il consumo energetico negli edifici.
Nulla di nuovo, in realtà: era già previsto dalla Strategia per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare nazionale (Strepin) risalente al 2021. Il punto è adesso imprimere la necessaria accelerazione – su auspica con adeguati incentivi – per centrare le scadenze temporali imposte dalla UE, previste già dal 2030.
Nel settore dei trasporti, si legge, bisognerà invece diminuire la domanda di mobilità privata e promuovere un cambio modale verso mezzi di trasporto a basse emissioni, come ferrovie e navi. Un impegno programmatico per il quale stanziare risorse e prevedere misure concrete di attuazione.
Integrazione con PNRR e Programmazione UE
Il Documento programmatico prevede infine per il 2025 il raggiungimento della neutralità climatica nel settore LULUCF (utilizzo del suolo, modifica della sua destinazione d’uso e silvicoltura), come previsto dal regolamento Ue 2018/841. Entro il 2030 ci si dovrà poi avvicinare agli obiettivi previsti dal pacchetto “Fit for 55“.
Il governo, intanto, intende rivedere la programmazione europea 2021-2027 e stabilire regole di coordinamento tra il PNRR e i finanziamenti delle politiche di coesione: il governo presenterà la sua proposta entro il 30 aprile.