In Italia nel 2022 sono nate 89.192 startup, il 10,6% in meno rispetto al 2021, a causa del rallentamento dell’economia, dell’incremento dei prezzi e dei tassi, ma anche del generale clima di incertezza sul futuro.
Ad analizzare scenario e dati è lo studio Cerved “Le imprese nate nel 2022 e il contributo economico delle start-up”.
Meno imprese, meno occupazione
La diminuzione delle nuove imprese in Italia sta avendo pensanti ripercussioni dal punto di vista occupazionale, soprattutto perché le startup negli ultimi 15 anni sono state il motore della crescita per nuovi posti di lavoro: nel 2021 il saldo positivo di 343mila addetti, era pari ai due terzi di quello complessivo (535.000 addetti).
Nello specifico, il saldo occupazione nel 2021 era in positivo, pari a 185.000 unità, anche rispetto al dato complessivo 2020. Il calo delle nascite di nuove imprese nel 2022, invece, rischia di portare a una riduzione degli addetti pari a 27.080.
Gli effetti più consistenti sull’occupazione riguardano utility -60,1% di addetti), aziende agricole (-39,8% di addetti) e servizi (-14.6% di addetti). L’industria nel 2022 ha registrato -12,8% di addetti e -691 startup). Le costruzioni, dopo il boom del Superbonus, hanno subito una battuta d’arresto segnando nel 2022 -10% di addetti e -1.135 startup.
Perdita di fatturato: la mappa
La flessione delle nuove aperture tende a tradursi anche in un calo di 2,5 miliardi di fatturato (utility a -117 milioni di euro di fatturato, aziende agricole a -74,9 milioni di euro e servizi a -1.967 milioni). Industria e Costruzioni segnano, rispettivamente, -160 milioni e -193,6 milioni di fatturato.
Analizzando i settori, il calo delle startup riguarda soprattutto le Utility (-28,9%) e in misura minore le Costruzioni (-5,8%), mentre dal punto di vista territoriale i più colpiti sono Sud e Isole; ad avvertire meno il fenomeno è il Nord Ovest. Nord Est e Centro registrano una flessione del 10,1%.