L’inflazione a marzo è scesa al 7,7%, grazie soprattutto alla flessione dei costi dell’energia e, in misura minore, al calo dei prezzi per alimentari e trasporti. Tuttavia, l’inflazione di fondo registra ancora una moderata accelerazione, passando da +6,3 a +6,4%, sebbene con una dinamica che perde «lo slancio che aveva contraddistinto i mesi precedenti», rileva l’Istat.
In generale, i dati sull’indice dei prezzi al consumo di marzo confermano il quadro di progressiva discesa dell’inflazione.
Inflazione: la situazione a marzo
L’indice dei prezzi si assesta in marzo al 7,7%, dal 9,1% di febbraio. Su base mensile, c’è una flessione di 0,3 punti percentuali. La decelerazione dei prezzi è dovuta in particolari ai beni energetici regolamentati (da -16,4% a -20,4%), a quelli non regolamentati (passati da +40,8% a +18,9%) e, in misura minore, alla contrazione dei prezzi degli alimentari lavorati (da +15,5% a +15,3%), dei beni non durevoli (da +7,0% a +6,8%) e dei servizi relativi ai trasporti (da +6,4% a +6,3%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli alimentari non lavorati (da +8,7% a +9,3%), dei tabacchi (da +1,8% a +2,5%) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +6,1% a +6,3%).
L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,1% per l’indice generale e a +4,1% per la componente di fondo.
Trend e valutazione Istat
L’Istat rileva che a marzo «prosegue la fase di rapido rientro dell’inflazione», guidata «dalla dinamica dei prezzi dei Beni Energetici, sia della componente regolamentata sia di quella non regolamentata (entrambe in netto calo su base congiunturale)».
Continuano, di contro, le tensioni al rialzo dei prezzi di Beni alimentari non lavorati, Tabacchi e Servizi, che portano a una nuova accelerazione dell’inflazione di fondo, «la cui dinamica tuttavia sembra perdere lo slancio che aveva contraddistinto i mesi precedenti». Infine, i prezzi del “carrello della spesa” rimangono stabili su base tendenziale a +12,7%.