Gli emendamenti approvati in commissione Finanze nell’ambito della conversione in legge del DL 11/23 on soddisfano l’Associazione Esodati Superbonus.
L’unica nota positiva per i privati, rimasti fortemente penalizzati dal provvedimento di abolizione delle nuove cessioni dei crediti edilizi e relativo sconto in fattura, è la proroga al 30 settembre per le villette, che però non serve a riaprire il mercato dei bonus, perchè le tempistiche per l’avvio della promessa piattaforma gestita dal nuovo veicolo finaziario a compartecipazione pubblico-privata rischia di divenire operativa in tempi eccessivamente lunghi.
Né è apprezzata la soluzione della remissione in bonis, che consente di pagare una sanzione di 250 euro ed effettuare la Comunicazione all’Agenzia delle Entrate sulle cessioni dei crediti entro il 30 novembre, con cessioni effettuate solo a favore di banche, società appartenenti a gruppi bancari, intermediari finanziari e assicurativi. Tra l’altro, per i committenti privati questa procedura è opzionabile soltanto se al 31 marzo non sia stato già concluso un contratto di cessione.
Il Governo ha parlato di “moral suasion” nei confronti di banche e assicurazioni, ma non si vede come si possa ottenere maggiore capienza quando l’unica proposta per questi soggetti è quella di convertire i crediti acquista il BTP (Titoli di Stato) decennali, ma con primo utilizzo in relazione alle emissioni effettuate a partire dal 1° gennaio 2028.
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Di fatto, anche le iniziative di mercato avviate da aziende private per far ripartire le compravendite dei crediti si limitano ad offrire lo smobilizzo dei crediti delle imprese, mentre ai privati resta al momento la sola possibilità di spalmare la detrazione IRPEF in dichiarazione dei redditi, ma soltanto a partire dal 2024 per l’anno d’imposta 2023.